VOCE
SECONDO LOCKDOWN
29.10.2020 - 20:12
“C’è molta tensione e paura tra gli imprenditori, che vivono tutti, quelli colpiti dall’ultimo Dpcm e quelli ancora ‘graziati’ in una condizione di grande difficoltà”. La preoccupazione di Matteo Rettore, segretario della Cna di Padova e Rovigo è dettata dal costante rapporto con le imprese del territorio. “Noi del comparto artigianato di fatto non siamo direttamente colpiti, almeno da questo nuovo lockdown, ma le imprese sono in un’ unica condizione di grande difficoltà”.
Anche le aziende che non hanno chiuso i battenti, come i servizi alla persona, “sono comunque stati toccati dal nuovo lockdown. Penso al fornaio che non farà più il pane per i ristoranti, l’impiantista che non dovrà controllare il riscaldamento nel locale, anchese queste imprese sono di fatto aperte, hanno un calo notevole del fatturato e del lavoro”.
Quindi oltre alla solidarietà nei confronti dei pubblici esercizi, c’è l’interesse concreto di molte imprese dell’indotto a essere toccato dalle nuove chiusure.
Nel lavoro quotidiano di rapporto con le aziende piccole e medie, Cna nota che “molti nostri imprenditori stanno manifestando direttamente - racconta ancora Rettore - sono chiusi e seriamente preoccupati. Parlo delle tinto - lavanderie che vivono molto con la ristorazione, c’è poi una questione più generale legato al clima di paura e tensione tra i consumatori che sono impauriti e consumano meno e infine c’è una contrazione e una tensione incredibile tra i cittadini che ritorneranno in cassa integrazione, con una contrazione dei redditi che porterà più a risparmiare che a spendere e investire”.
Basta un “fortemente consigliato rimanere nei propri comuni”, buttato quasi a caso in un Dpcm per fare il disastro nel comparto del turismo e dei trasporti, rappresentato da Cna anche a livello locale.
“Il settore turismo e trasporti è in ginocchio - non usa mezzi termini il segretario dell’associazione - ci saranno difficoltà ad andare aventi non è una bella situazione. Questo impatta su tutta la filiera del food con le imprese che sono davvero al collasso, mentre rimane un problema il trasporto delle persone. Abbiamo messo a disposizione del trasporto pubblico locale i mezzi non utilizzati per l’attività turistica. Ma ancora non ci hanno coinvolti in questa disponibilità di cui tutti parlano”.
Tra gli associati Cna anche pizzerie-ristoranti, “sono al collasso, a prescindere dalla taglia - avvisa Rettore - sia quelli grandi che piccoli. L’asporto o delivery ha funzionato poco o per meglio dire, per finta. Ma nessuno vive con questa prospettiva per due o tre mesi di fila, dopo 5 mesi di fila la difficoltà non diventa più psicologica, ma reale e tangibile”.
La preoccupazione per i numeri del contagio in crescita va di pari passo con quello strettamente economico: “Il numero dei positivi è in forte crescita e comincia a creare qualche problema rispetto alle persone che lavorano. Molti sono in quarantena, hanno il familiare positivo, persone a casa in attesa del tampone. Questo non è un momento facile anche nella gestione delle aziende”.
Le preoccupazioni di Cna riguardano anche il distretto della giostra. “Abbiamo appena lanciato un sondaggio - spiega Rettore - Abbiamo appena lanciato un sondaggio stiamo contattando le imprese per capire bene qual è l’effetto che hanno avuto in termini di fatturato e di ordinativi. Il settore, infatti, deve confrontarsi anche con il futuro, e dobbiamo capire anche per interloquire con il governo quale può essere il futuro del comparto dal settembre del 2021 in poi. Per questo è necessario fare una fotografia da poter restituire a chi ci rappresenta in Parlamento e nel Governo. Non saremo soli, ma con i produttori di Vicenza, Treviso e Reggio Emilia. Questo per dare una valenza nazionale all’attività del distretto, anche se la parte grossa la fa Rovigo”.
Il capitolo ristori lascia un punto interrogativo enorme anche tra i rappresentanti di Cna: “Non abbiamo capito ancora chi verrà ristorato e come. Per noi c’è il nocciolo del trasporto persone. In ogni caso preferiremmo lavorare piuttosto che avere ristori. Sia chiaro, meglio averceli, ma valgono quello che valgono. Sarebbe meglio, ripeto, poter lavorare”.
Intanto dal lockdown che in primavera aveva piegato molte aziende, non c’è stato il tempo di rialzarsi: “C’è la paura vera che tanti non ce la facciano a sopravvivere a questa seconda ondata. Si naviga a vista, ma speriamo che si esca presto da questo tunnel”.
A livello nazionale Cna come si sta muovendo? “Stiamo presidiando il più possibile le decisioni. Acconciatori ed estetiste sono stati graziati da questo Dpcm anche grazie alla mobilitazione di Cna”. E non è finita qui.
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