VOCE
ROSOLINA MARE
29.10.2020 - 20:32
“Forse è questo ciò che molti non capiscono. Che il Covid esiste nessuno lo nega e nessuno di noi vorrebbe essere veicolo di diffusione. Ma per noi ristoratori e baristi il nostro locale non è solo un lavoro. È una finestra giornaliera nel mondo, un’esperienza costante in usi costumi di chi ci sceglie”. Nicola Brugiolo, presidente dell’associazione Amare Rosolina, fa una riflessione sul nuovo dpcm. Aggiunge che avere un locale è fare il pranzo di nozze, il pranzo della comunione e vedere quei padri e quelle madri che ora tornano nonni.
“In quel posto (il nostro locale, ndr), a volte ci siamo nati e cresciuti dentro - continua - Ne conosciamo ogni particolare. È quel posto dove abbiamo intrecciato amicizie amori, dove il figlio del fornitore di tuo padre ora è il tuo fornitore, perché si cresce e si lavora. Noi ristoratori non siamo dei pazzi che non si rendono conto di ciò che sta succedendo, siamo solo delle persone che non hanno un lavoro qualunque, ma un secondo cuore, una seconda anima che vive e si rigenera con voi, i nostri clienti, e non poter lavorare non è solo una questione economica ma è uno stravolgimento di vita. Vi amo e vi amiamo”.
Questa riflessione, pubblicata nei social, è stata più volte commentata.
“Ti do ragione, non lavoro nella ristorazione però capisco la situazione non solo tua ma di tutti quelli che hanno il lavoro bloccato per questo Covid - scrive nei commenti una ragazza - ma non si può fermare l’economia di un paese, con quel lavoro tu ci vivi e molti vivono. Questo è il discorso che molti buonisti non capiscono. Queste persone probabilmente lavorano e hanno una busta paga fissa e non hanno problemi. Chi se ne frega se stai a casa un mese, il problema è che molti devono lavorare e devono pagare le tasse, le tasse non cambiano”.
Un’altra persona, un’artista del mondo della musica, cioè una cantante, ha poi detto la sua scrivendo: “Pensa... voi almeno potete lavorare fino alle 18... noi cantanti lirici non possiamo lavorare nemmeno per un secondo. Non possiamo fare nemmeno le prove. Che tristezza!”.
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