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VILLADOSE

Recuperato il caccia dell'ultimo pilota abbattuto nella Seconda Guerra

Enneima impresa degli storici e dei ricercatori di "Aerei Perduti"

Recuperato un altro pezzo di storia, grazie al costante impegno dell’associazione Aerei Perduti. Nella giornata di sabato 31 ottobre, l’associazione ha effettuato le operazioni di recupero nel sito in cui, il 30 aprile 1945, precipitò il caccia inglese della Royal Air Force pilotato dal F/O Arnold George Raymond Hallas. Il pilota inglese detiene il triste primato di essere l’ultimo pilota del 601° Sqn. Raf a rimanere vittima durante un’azione bellica e contemporaneamente di essere il pilota dell’ultimo aereo precipitato in Polesine durante la Seconda Guerra Mondiale.

“Era il 30 aprile 1945, la guerra in Italia si sarebbe conclusa 2 giorni dopo, ma fino all’ultimo i caccia ed i cacciabombardieri alleati furono impegnati a distruggere le ultime sacche possibili di resistenza tedesca – fanno sapere dall’associazione - Quel giorno la missione, iniziata alle ore 10.30, prevedeva l’attacco di mezzi militari: avvistati alcuni autocarri a Conegliano, i caccia del 601° Sqn. trovarono lo sbarramento della flak (La contraerea tedesca, ndr). Lo Spitfire NH231 fu colpito. Tentando di tornare verso le linee amiche, il pilota annunciò che si sarebbe lanciato, ma probabilmente non ne ebbe il tempo. Precipitò rovinosamente al suolo in prossimità del paese di Cambio, a est di Villadose”.

Durante l'ultimo mese della guerra in Italia, il 601° Squadron raggiunse il record di 1.082 ore di volo operativo al mese. Ma il prezzo pagato fu pesante: dal 9 al 25 aprile 1945, quando il 244° Wing era in prima linea nell'attacco contro la Linea Gotica, colpendo bersagli lungo il torrente Senio e la pianura padana, il fuoco antiaereo provocò la perdita di 55 Spitfires. Erano i primi giorni di dicembre 2014 quando le ricerche effettuate da Elena Zauli delle Pietre la condussero a raccogliere una prima segnalazione dalla signora Angelina, residente a Molinella, ma all’epoca abitante a Cambio, che ricordava un caccia precipitato dietro casa sua, villa Moscardi. “Con l’aiuto di Ivo Ferrari, è stato possibile circoscrivere il luogo di caduta del velivolo nei giorni subito successivi, anche attraverso le testimonianze raccolte in questi anni di alcuni abitanti del luogo tra cui i fratelli Franco e Nadir Perazzolo – continuano - i quali permisero di ricostruire la dinamica di quanto avvenne quel giorno di guerra”.

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