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PALAZZO ROVERELLA

Anche la grande mostra di Chagall è a rischio chiusura anticipata

In un mese e mezzo di apertura oltre 13mila i visitatori: persino di più degli anni scorsi

Anche la grande mostra di Chagall è a rischio chiusura anticipata

Il nuovo Dpcm, atteso a ore, mette a rischio la grande mostra dedicata ai capolavori di Marc Chagall, in pieno svolgimento a palazzo Roverella e che - secondo programma - avrebbe dovuto andare avanti fino a metà gennaio. Invece, all’orizzonte c’è la chiusura di tutti i musei, e anche l’esposizione di palazzo Roverella rischia di dover abbassare - anzitempo e all’improvviso - la serranda. Con il rischio, poi, di non poter recuperare il tempo “perduto” sull’altare del lockdown.

Per il momento, la Fondazione Cariparo, che organizza la mostra e gestisce il palazzo storico affacciato su piazza Vittorio, predica prudenza. Nessuna dichiarazione ufficiale, in attesa di conoscere esattamente cosa prevede il decreto allo studio del premier, di leggerlo nero su bianco e di analizzarlo. Ma di sicuro c’è preoccupazione.

Anche perché la mostra stava andando davvero bene. Sono oltre 13mila i visitatori che sono entrati a palazzo Roverella in un mese e mezzo di esposizione. Un cifra record. Depurando il dato dalle visite scolastiche (visto che l’attuale regime di emergenza non consente alle classi di Rovigo e del Polesine di fare visita all’esposizione, come avveniva negli anni scorsi) il numero complessivo di visitatori nel primo mese e mezzo supera ampiamente quello degli anni scorsi. Un dato che ha ancora più valore se si considera la situazione di emergenza che stiamo vivendo - che certo ha scoraggiato molti a frequentare luoghi pubblici - e la necessità per gli organizzatori di contingentare gli ingressi al palazzo. Nonostante questo, insomma, la mostra fin qui è stata un successo, al punto che la Fondazione Cariparo ha deciso di ampliare gli orari di visita, nei weekend, aprendo anche a sera.

Sarebbe un peccato, dunque, dover interrompere tutto questo. Anche e soprattutto per le ricadute (anche economiche) per la città: la grande mostra da sempre porta con sé tutto un indotto per bar, ristoranti e negozi del centro storico. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, il traino della mostra è un toccasana. E pensare di dover rinunciare ai prossimi due mesi e mezzo di esposizione programmata potrebbe essere un’ulteriore mazzata per un centro storico che di certo non se l passa bene.

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