VOCE
L’ALLARME
02.11.2020 - 19:38
Con questi dati, rischiamo (almeno) una settimana di lockdown. E non parliamo dell’Italia intera, dove l’ipotesi di una chiusura totale sul modello di marzo pare, per il momento, accantonata in favore del coprifuoco: parliamo proprio della provincia di Rovigo che, domani, potrebbe svegliarsi blindata.
La nostra provincia, che fin qui abbiamo descritto come a basso rischio contagio, si è in realtà scoperta estremamente vulnerabile nell’ultima settimana. Da domenica 25 ottobre e fino a ieri sono stati 514 i contagi accertati nella nostra provincia: è vero che si tratta del dato assoluto più basso del Veneto ma, a quanto pare, è l’indice Rt a condannarci: si tratta dell’indicatore statistico che certifica la velocità con cui il virus si diffonde, ovvero quante persone contagia ogni singolo positivo accertato. Un indicatore che fa suonare il campanello d’allarme quando supera quota 1,5: in questo caso, vuol dire che ogni due malati infettano altre tre persone, facendo galoppare l’epidemia.
In Polesine, nell’ultima settimana, abbiamo superato questo valore. E non siamo stati gli unici: sono 29 le province italiane ad aver sforato questo parametro prudenziale: in Veneto, il dato medio si attesta a quota 1,7. Ma sono soltanto due le province che alzano la media, e la portano “fuori soglia”: una è quella di Rovigo, l’altra è Treviso, dove sono stati ben 3.563 i contagi dal 25 ottobre a ieri.
A rischio, poi ci sono Trieste, Trento, Bolzano e tutta la Lombardia con l’eccezione della sola Bergamo. E ancora: quattro province piemontesi (Torino, Cuneo, Asti e Alessandria) e altrettante in Emilia, compresa Ferrara (le altre sono Modena, Reggio e Ravenna). Al Sud, indice Rt fuori controllo a Brindisi, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Enna e Caltanissetta.
In queste province, in base alle indiscrezioni sul nuovo Dpcm che sarà firmato oggi dal premier Conte, scatterà il cosiddetto “scenario 4”, il livello d’allerta più alto che potrebbe consentire anche il lockdown territoriale.
Insomma, la nostra provincia rischia di tornare al marzo scorso, con la chiusura totale dei confini non soltanto regionali ma anche con i territori vicini: quindi, “frontiere” chiuse verso Padova, Venezia, Verona, oltre che con Mantova e Ferrara. Ma non solo: nelle province ad alto rischio, infatti, potrebbe essere disposto anche un lockdown stringente, con ulteriori limitazioni alle aperture degli esercizi commerciali e ai movimenti interni. Insomma, si rischia davvero di dover restare chiusi in casa. Almeno per una settimana: dovrebbe essere questo, infatti, l’orizzonte temporale dei provvedimenti locali, che saranno poi ridiscussi sulla base delle nuove risultanze dell’indicatore Rt. Insomma: tutto chiuso per sette giorni, poi si calcolerà nuovamente la velocità di propagazione del virus in regime di lockdown, e si valuterà se prorogare ulteriormente il provvedimento o togliere i blocchi e abbassare il livello d’allerta. Valutazioni che saranno poi prese di settimana in settimana.
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