VOCE
CENTRI COMMERCIALI
06.11.2020 - 20:01
“Non ha senso chiudere le attività all’interno del centro commerciale. Non devono esistere bar e negozi di serie A e di serie B”. Dura la reazione del presidente del consorzio “Il Faro”, Andrea Partesani, che gestisce il centro commerciale più importante dell’Alto Polesine a Giacciano con Baruchella, colpito in maniera pesante dalle ultime restrizioni dettate dal Dpcm che il presidente Giuseppe Conte ha firmato nei giorni scorsi, che prevede la chiusura festiva e prefestiva di tutti i negozi e bar che si trovano all’interno dei centri commerciali.
“Non ha senso che rimanga aperto l’ipermercato e che la gente possa venire a fare la spesa per poi andare a prendere il caffè o a fare altre spese in piazza – chiosa Partesani – il numero di persone che raggiungerà il centro commerciale sarà sempre lo stesso e a rimetterci saranno ancora una volta i nostri commercianti. Potevano mettere delle limitazioni sugli orari, ma in questo modo proprio non trovo una logica”.
La preoccupazione di Partesani è anche rivolta all’avvicinarsi delle prossime festività natalizie, un periodo dell’anno particolarmente importante per le attività commerciali che si trovano all’interno del centro commerciale di Baruchella.
“I nostri negozianti si erano ovviamente già preparati al Natale, acquistano la merce necessaria e il fatto di dover chiudere proprio nei giorni di maggior interesse, sarà sicuramente un colpo durissimo per i nostri commercianti - continua Partesani - a questo dobbiamo aggiungere il fatto che la chiusura alle 18 delle attività commerciali aveva già ridotto le presenze in galleria. Spero che le stesse regole che hanno imposto a noi valgano anche per le grandi multinazionali tipo Ikea e per gli outlet, perché ho come l’impressione che non sarà così”.
E’ un fiume in piena il presidente Partesani che, sempre a nome di tutti i commercianti, ritiene di dover parlare anche dei possibili ristori promessi dal Governo. “E’ chiaro che se, come ha detto il presidente Conte, chi sarà costretto a chiudere dovrà essere in qualche modo ristorato, questo deve valere anche per i centri commerciali perché altrimenti si andrebbe a creare una discriminazione inaccettabile. Già abbiamo fatto importanti investimenti per rispettare rigorosamente tutte le restrizioni e le normative per garantire, giustamente, la sicurezza all’interno dei nostri locali - conclude senza nascondere una grande amarezza il presidente Partesani - adesso invece di premiarci, ci costringono a chiudere proprio nel momento di maggior lavoro, mentre nei centri storici possono rimanere aperti. Ci sentiamo davvero umiliati”.
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