VOCE
Il tributo
06.11.2020 - 19:57
Succede anche questo. Anche se, a dire il vero, se non fosse successo sarebbe stato molto più opportuno. Con la pandemia che picchia duro; le casse integrazioni che tagliano gli stipendi in maniera radicale; il commercio in ginocchio e i locali (dai bar ai ristoranti) che, costretti a chiudere alle 18, faticano a far tornare i conti, hanno ridotto drasticamente il personale e guardano al futuro con poche certezze (il rischio lockdown è sempre in agguato), il Comune di Rovigo sta inondando le case dei rodigini e gli uffici delle attività economiche con una bolletta inattesa e particolarmente sgradita.
Già, perché dopo avere pagato le tre rate della Tari (quella di aprile posticipata a luglio, quella di settembre e quella di ottobre/novembre in scadenza fra pochi giorni) per tutti sta arrivando l’amara sorpresa del “Conguaglio Tari 2019-2020”.
Già da un paio di giorni i telefoni degli studi commerciali sono stati presi d’assalto da chi, ridendo e scherzando si vede chiedere cifra anche nell’ordine di alcune migliaia di euro. Sgombriamo il campo da fraintendimenti. Nessuno dice che non si tratti di soldi dovuti. Prima o poi andavano pagati. La delibera del consiglio comunale del 28 maggio scorso lo diceva chiaramente che quest’anno le rate sarebbero state quattro invece che tre, e che dopo avere pagato l’80% del dovuto (sulla base delle tariffe dell’anno precedente) con le prime tre bollette ne sarebbe poi arrivata una quarta di conguaglio, vale a dire il restante 20% ed eventuali aumenti.
La bolletta tipo arrivata in questi giorni parla infatti di “conguaglio Tari 2020-2019” e comprende, come tutte le bollette, una quota fissa ed una quota variabile a cui va aggiunta, in percentuale, l’addizionale provinciale.
E per molti, diciamolo, è stata davvero un’amara sorpresa. Amara perché un conguaglio ad anno ancora in corso pare quantomeno un “ossimoro”, un controsenso in termini. Come si può conguagliare qualcosa che non è ancora concluso? Ma la legge lo prevede. E passi. Così come non è opportuno in questa fase addentrarsi nei meandri degli sconti e delle agevolazioni di cui ha goduto chi è stato chiuso a causa del lockdown di primavera.
Poi c’è l’opportunità politica, che è tutta un’altra cosa.
La delibera a cui si fa riferimento è datata 28 maggio 2020, vale a dire un momento in cui si pensava di vedere la fine della pandemia. Oggi, invece, la situazione è completamente diversa. All’orizzonte si profilano settimane, se non mesi, difficili. Come spieghiamo bene anche oggi, l’ombra di un Veneto che potrebbe rischiare di finire in zona arancione (con la chiusura di tutte le attività economiche, dai negozi ai bar fino ai ristoranti) è più che mai reale. Così come è drammatica la situazione di molte famiglie (non ci sono solo quelle sotto la soglia di povertà di cui giustamente si occupa il Comune) che faticano ad arrivare alla fine del mese. E in questa situazione chiedere il pagamento del conguaglio della Tari il 16 dicembre, francamente, non è bello. Diciamo così. Anche perché in molti casi per saldare la bolletta servirà buona parte della modestissima tredicesima che arriverà quest’anno.
E allora, che dire... Buon Natale in anticipo.
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