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LA CLASSIFICA

La qualità della vita a Rovigo migliora. Ma c'è quella noia che non ci abbandona...

Male il fronte culturale, pochissime le librerie. Ma scarseggiano pure bar e ristoranti

La qualità della vita a Rovigo migliora. Ma c'è quella noia che non ci abbandona...

A Rovigo si vive sempre meglio. Purché non vogliate divertirvi o non siate appassionati di arte, cinema o letteratura. Altrimenti, molto meglio cambiare aria. Lo dice il report annuale di ItaliOggi sulla qualità della vita in Italia. Un corposo studio che prende in esame decine di indicatori, e che quest’anno ha visto, per la prima volta, il Polesine sbarcare in Serie A. Sì: siamo nella top-20 nazionale: ventesimi, ben 21 posizioni più in alto rispetto ad un anno fa. Ma c’è un fardello che, da tempo, ci portiamo dietro: quello della noia. E gli indicatori riferiti alle attività per il tempo libero lo confermano: siamo, ancora una volta, gli ultimi dell’intero Centro-Nord Italia.

Nella quarta fascia, per quanto riguarda le voci legate al tempo libero, ci sono soltanto province del Meridione e delle Isole. Con tre eccezioni: le lombarda Lodi e Monza, che si collocano rispettivamente all’84esimo e al 89esimo posto su 107 territori, divise da Cagliari, Lecce e Napoli. E poi ci siamo noi, appunto: Rovigo è la 91esima provincia d’Italia per attrattività legata al tempo libero. Una classifica che vede Siena prima e Rimini seconda. Ma è il Veneto in generale ad essere un buco nero: a parte Belluno (16esima) e la turistica Venezia (36esima), le altre province sono tutte in serie C, comprese tra il 55esimo posto di Verona e il 76esimo di Padova. Nessuno però fa peggio di noi.

Qui, in particolare, mancano le strutture dedicate al turismo, che sono sottodimensionate (siamo 95esimi, di fatto appaiati con Enna) così come quelle dedicate al tempo libero (77esimi, tra Reggio Calabria e Taranto). Ma ci sono anche pochi agriturismi: 5,87 ogni 100mila abitanti, che fanno di noi i 70esimi in graduatoria. Siamo addirittura 85esimi per numero di alberghi, e 95esimi per numero di ristoranti: sono appena 12 le province che ne hanno meno di noi.

E che dire dei bar? Credete che ce ne siano molti? Ricontateli: sono soltanto 307, che fanno di noi la nona provincia con meno bar pro capite d’Italia, dopo Catania, Cagliari, Taranto, Brindisi, Lecce, Palermo, Ragusa e Crotone.

Recuperiamo qualcosa sul fronte cinema, dopo anni di blackout: tre sole sale, in tutta la provincia, ci valgono comunque la metà della classifica (siamo 68esimi: Crotone e Lecco, in fondo, non hanno nemmeno una sala). E ancora: siamo 72esimi per palestre, 58esimi per diffusione delle associazioni ricreative e culturali. E addirittura 91esimi per numero di librerie: a quanto pare, sono soltanto nove. E non è certo una bella storia.

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Commenti all'articolo

  • Rovigotto90

    01 Dicembre 2020 - 08:52

    Per la serie.. ciò che abbiamo non ci basta mai.... scarseggiano Bar e Ristoranti?!? Ma dove?!?.....

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