VOCE
CORONAVIRUS IN VENETO
15.12.2020 - 16:59
Il presidente della Regione Luca Zaia
"Prima Zaia espone il cartello la terrificante conta dei decessi: 165. Poi, come sempre scatta la giustificazione, ovvero il fatto che si tratti di conteggi tardivi: purtroppo il numero, tardivo o meno, resta terribile. Che si tratti di persone decedute sabato, domenica o lunedì cambia poco: il Veneto continua ad essere la Regione più colpita dalla seconda ondata della pandemia. Rischiamo sempre di più di essere la Lombardia della prima ondata, non è pensabile aspettare ancora". La dura presa di posizione è dei consiglieri regionali del Pd Veneto.
"Se queste sono le prove tecniche di autonomia c’è ben poco da stare tranquilli - prosegue la nota - Anzi, l’autonomia di Zaia appare al tramonto: non solo perché ammette di rimanere in attesa di decisioni nazionali e di misure omogenee. Ma soprattutto perché non fa il minimo accenno a stanziamenti e ristori di fonte regionale, trincerandosi dietro la lamentela che i 19 milioni stanziati dal Governo per il Veneto sono insufficienti per far fronte a misure più restrittive. Ma perché la Regione Veneto non ha mai fondi propri da destinare ai soggetti più colpiti e le altre regioni sì? Davvero il grande Veneto, locomotiva d'Italia, di cui siamo tutti orgogliosi non è in grado di aiutare gli imprenditori e i lavoratori più colpiti? Non ci risulta che alle altre regioni d'Italia sia stata concessa l'autonomia e non può bastare la solita litania del Veneto Tax Free".
"Altre Regioni in occasione delle chiusure hanno messo a disposizioni somme cospicue, integrative, rispetto agli stanziamenti statali, avendo quindi la possibilità di prendere anche scelte autonome rispetto a quelle nazionali. Proprio per dare un segno in questa direzione abbiamo presentato un emendamento al bilancio per destinare risorse della Regione almeno ai codici Ateco non ristorati dalle misure governative. E' evidente che oggi Zaia si trova disarmato: aspetta le decisioni romane proprio per non dover stanziare risorse proprie. Ma siamo di fronte ad una situazione drammatica, che non consente più di attendere nemmeno un minuto: in questi giorni il Consiglio è riunito per votare il bilancio, il Presidente venga in Consiglio e proponga un fondo per aiutare chi subirà i danni delle chiusure. Troverà il nostro appoggio".
"Ancora una volta Zaia è assente in Consiglio, ma è ben presente alla quotidiana conferenza stampa a Marghera sull’emergenza Covid. Non discutiamo la necessità di informare la popolazione tramite l’essenziale ruolo della stampa. Gli ricordiamo però che il luogo istituzionale preposto per informare è l’assemblea di Palazzo Ferro Fini e non la sede della Protezione civile. Rinnoviamo l’invito a presentarsi in aula a riferire sulla pandemia: i 165 morti di oggi ci danno la dimensione di quanto difficile sia la situazione nella nostra Regione". È quanto chiede in una nota congiunta la minoranza in Consiglio regionale (Partito Democratico, Veneto che Vogliamo, Europa Verde, Movimento Cinque Stelle e lo speaker Arturo Lorenzoni) commentando la mancata presenza oggi del governatore Zaia, in congedo giustificato.
"È quantomeno inopportuno cominciare a parlare di bilancio, un bilancio fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria, senza sapere cosa succede nelle nostre Rsa e sul territorio. Non possiamo parlare di bilancio senza confrontarci sulla situazione della pandemia: fuori dall’aula di Palazzo Ferro Fini è in corso una tragedia, non possiamo chiuderci dentro a quattro mura e continuare come se nulla fosse. Siamo più preoccupati delle cifre dei contagi e dei decessi, che di quelle contenute nelle pieghe del bilancio. Siamo consapevoli, visto il momento, che il Presidente non possa essere sempre presente in aula. Ma a tutto c’è un limite: il Consiglio non può essere sistematicamente scavalcato e ignorato perché è il luogo dove siedono i rappresentanti dei cittadini e soprattutto perché è la sede in cui si può decidere di destinare risorse a chi è in difficoltà".
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