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L’INTERVISTA

Covid Hotel: "Un servizio che fa bene al cuore"

Il gestore: "Struttura a disposizione per quattro mesi, ma spero che tutto questo possa finire prima"

Covid Hotel: "Un servizio che fa bene al cuore"

L’hotel Europa Palace è ufficialmente il primo Covid hotel del Polesine. L’altro giorno, ha spalancato le porte ai primi due ospiti: due persone, autosufficienti, che non avevano modo di fare la quarantena nella propria abitazione in piena sicurezza, e che dunque hanno scelto di beneficiare di questa possibilità, messa a disposizione grazie ad un accordo tra l’Ulss e la proprietà della struttura ricettiva alle porte del capoluogo. Una ventina le camere complessivamente a disposizione per eventuali ospiti che dovranno fare la quarantena. Walter Marcheselli è l’amministratore dell’hotel Europa.

Marcheselli, per quale motivo avete deciso di mettere a disposizione l’hotel per la gestione della pandemia in Polesine?

“Sono diversi i motivi che ci hanno indotto a fare questa scelta. Sicuramente, come in tutto il mondo, anche Rovigo ha avuto una grossa crisi del settore alberghiero e quindi noi che gestiamo due alberghi abbiamo deciso di chiuderne uno. Nel momento in cui la politica di governo ha deciso di utilizzare gli alberghi chiusi per alloggiare i sintomatici abbiamo pensato che fosse un’ottima idea, quindi quando l’Ulss 5 ha fatto il bando abbiamo aderito e siamo diventati così l’albergo di riferimento della città e del Polesine”.

Come funziona, nel concreto, un Covid hotel?

“Le persone interessate a fare da noi la quarantena fanno domanda all’Ulss, che valuta e decide se hanno le caratteristiche adatte per usufruire di questo servizio. Devono comunque essere maggiorenni, autosufficienti, asintomatici e quindi stare bene. Dopodiché l’Ulss ci invia il nominativo della persona con l’orario di arrivo. Ci sarà una persona ad accoglierli vestita e dotata degli strumenti di protezione necessari. Gli farà il check-in, facendoli entrare da un ingresso specifico per loro e li accompagnerà alla loro camera spiegandogli quali servizi e agevolazioni può avere”.

Quante camere sono state messe a disposizione?

“Al momento l’Ulss ha stabilito una disponibilità 20 camere. C’è la possibilità, se dovesse malauguratamente aumentare il numero di richieste, di ulteriori disponibilità”.

Come vi siete organizzati con il personale?

“I nostri dipendenti non sono obbligati a rimanere a lavorare in questa situazione particolare, glielo abbiamo chiesto e siamo stati molto sorpresi di vedere una forte partecipazione. Sono molto contento dei miei collaboratori che hanno aderito a questa iniziativa. Dico sempre che fa bene al cuore perché noi riusciamo a fare qualcosa anche se in piccolo, ad aiutare le persone che sono in difficoltà. Sono molto orgoglioso di tutti i miei collaboratori che hanno partecipato a questo progetto in maniera autonoma e con una decisione personale”.

Ci sarà un protocollo severo da seguire?

“Assolutamente sì, il protocollo è stato deciso insieme all’Ulss: abbiamo previsto tutti i percorsi di entrata e di uscita, la pulizia delle camere, come avviene il servizio e tutto quello che è necessario per il soggiorno di queste persone che sarà minimo di due settimane”.

Quanto durerà l’accordo con l’Ulss?

“Al momento abbiamo previsto per tre o quattro mesi, ma io spero che sia anche meno perché vuol dire che la situazione andrà in netto miglioramento”.

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