I nuovi contagi ancora sotto i mille, ma i morti sono 162 in 24 ore
TRIBUNALE
12/01/2021 - 20:54
L’arresto era scattato a ottobre del 2019, nella frazione di Boara Polesine. Qui, la polizia aveva recuperato, in un’area cortiliva, oltre 6 chilogrammi di marjuana, nascosti lungo la rete di recinzione, vicino alla casa di un cittadino albanese. Nell’abitazione di questo, poi, secondo le contestazioni, era stata trovata una macchina per il sottovuoto e oltre 6600 euro in contanti. In quelle stanze, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, il cane antidroga, lo stesso che aveva scovato il nascondiglio, all’esterno, della droga, aveva dato segni di agitazione: pur non essendovi, in quel momento, marijuana, era plausibile, secondo gli investigatori, che ci fosse stata o vi fosse transitata.
Tanto era bastato per fare scattare le manette ai polsi dell’uomo, poco meno che 40enne.
Nella mattinata, però, di fronte al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Rovigo, la clamorosa sentenza, al termine del processo con rito abbreviato: per l’imputato è arrivata una assoluzione piena. Così come richiesta dagli avvocati difensori Elena Perini e Franco Giomo, entrambi del foro di Rovigo.
La loro discussione ha puntato sulla mancanza di legami certi tra la marijuana trovata all’esterno e l’imputato. Hanno ribadito che non sono mai state trovate nel possesso di questo le chiavi che aprissero il cancello che immetteva in quell’area, ma anche come non vi fosse alcune evidenza di persone lo avessero visto accedervi. Non solo: partendo dalla premessa che un quantitativo di marijuana di oltre sei chili è senza dubbio ingente, i difensori hanno messo in evidenza come, nelle indagini, non vi fossero dichiarazioni di persone che avessero acquistato marijuana dall’imputato. Il tutto unito al fatto che nella casa vera e propria non era, appunto, stato trovato stupefacente.
Tutte argomentazioni che devono avere fatto breccia nel giudice, dal momento che, al termine della discussione, è appunto arrivata una assoluzione piena per l’imputato. La logica conseguenza di questo è stata la restituzione di quanto era stato sequestrato. Compresi gli oltre 6600 euro che sarebbero stati, secondo la ricostruzione accusatoria, provento di spaccio.
LE ALTRE NOTIZIE:
Notizie più lette
LASCIA IL TUO COMMENTO:
Condividi le tue opinioni su
paoloandreoli
13 Gennaio 2021 - 09:09
Perché gli sono stati restituiti soldi e marijuana se è stato assolto proprio perché non era dimostrabile che fossero suoi?
Rispondi
Angelo neroblu
13 Gennaio 2021 - 09:09
Potrebbero essere stati restituiti i soldi, non certo la droga. Credo abbiano interpretato male il tutto!
Rispondi
diduve
13 Gennaio 2021 - 12:12
Tu hai le ricevute di tutto quello che hai in casa? Chi dice che e' tutta roba tua?
Rispondi
Max Pax
13 Gennaio 2021 - 22:10
Comunque sono sempre sei Kili, tuoi o non tuoi non li puoi detenere. A meno che... Gli avvocati difensori riescono a dimostrare che si tratte di ingente quantitativo a scopo terapeutico....
Rispondi