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PIAZZALE SOCCORSO

Cimitero ebraico nell’incuria

Ancora una volta, Rovigo non arriva preparata all’appuntamento con la Giornata della memoria

Cimitero ebraico nell’incuria

Ancora una volta, Rovigo non arriva preparata all’appuntamento con la Giornata della memoria. E il fatto che cerimonie ufficiali, quest’anno, per ovvi motivi si svolgeranno principalmente in videoconferenza, non è sicuramente sufficiente a giustificare lo storico stato di incuria in cui versa il cimitero ebraico cittadino, visibile da piazzale Soccorso, proprio dietro la Rotonda.

Tra le tombe, erba alta, incuria e segni di abbandono. Non manca persino qualche lapide divelta e adagiata a terra.

Insomma, quel cimitero è una struttura storica, ma con tanti problemi irrisolti. Il vecchio ghetto ebraico, in centro storico, è segnalato dalla stella di David all’ingresso di piazza Annonaria. Un ghetto che risale al 1615. La comunità ebraica di Rovigo era fiorente verso la metà dell’Ottocento, poi calò di numero finché nel 1930 venne incorporata dalla comunità di Padova per via della legge Falco voluta da Mussolini e che prevedeva la chiusura delle piccole comunità.

Secondo la comunità ebraica di Padova “prima delle deportazioni in Polesine vivevano un centinaio di ebrei. Da Rovigo e provincia furono deportate 45 persone legate alla Comunità di Padova, 9 rodigini e 34 stranieri fuggiti da altri paesi europei”. Nove persone che finirono nei lager che la follia nazista aveva fatto costruire in giro per l’Europa per arrivare alla “soluzione finale”. Per questo è giusto ricordare gli abissi che può raggiungere l’aberrazione umana, perché la cosa, violenze, odio, intolleranza, non si ripeta.

Ma oltre alla memoria serve anche un po’ di decoro.

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