Cerca

INTERPORTO ROVIGO

"Serve un terminal a mare per rilanciare l'idrovia"

La ricetta di Gianni Nonnato

"Approvo la costituituzione di un Comitato, a cui aderirò, per mantenere il Tribunale dove è nato storicamente"

Gianni Nonnato

"Ho letto in questi giorni che l’Interporto è considerato, per fortuna, ancora strategico. La Zls non può farne a meno". Lo scrive Gianni Nonnato, esponente socialista, ex assessore provinciale a Rovigo alla Pianificazione territoriale.

"Si decidono - prosegue la sua analisi - ancora interventi di ammodernamento e di efficientizzazione. Bene! Questa è solo la cronaca. Ma le dichiarazioni non sono sufficienti al suo rilancio. Sono necessari i fatti. E’ necessario pertanto ripensare una visione strategica del suo ruolo di raccordo con l’economia locale, ma anche, e soprattutto, con l’economia veneta e padana. L’obiettivo di fondo è il rilancio della idrovia ed il suo completamento che non possono certo essere visti in un contesto locale. Vanno inseriti in un contesto di Area Vasta ed il contesto non può che essere quello degli ambiti regionali del Veneto, dell’Emilia Romagna e della Lombardia. E’ bene precisare, tuttavia, che uno dei tappi è costituito dalle recenti sciagurate scelte portuali del comune di Venezia".

"Hanno, infatti, scelto di non realizzare il porto 'off- shore' indispensabile sia per la portualità veneziana, ma anche per il rilancio della navigazione fluviale tramite Porto Levante come a suo tempo previsto dall’On. Costa. La strategicità del nostro Interporto è legata, quindi, alla realizzazione delle sinergie sopra accennate, senza le quali non sarà possibile quel rilancio strategico enunciato. Fatti. Ci vogliono i fatti. Sono necessarie iniziative concrete tra istituzioni interessate altrimenti le dichiarazioni, per quanto autorevoli, restano dichiarazioni".

"Ecco perché, ad esempio, la 'piattaforma a mare' dovrebbe essere realizzata indipendentemente dalle scelte veneziane che stanno impantanando il Porto in una crisi senza precedenti a vantaggio del Porto di Trieste che è diventato riferimento per la Via della Seta. Se davvero la Regione Veneto crede, come dice di credere, alla modalità fluviale si deve far carico della realizzazione della citata piattaforma indipendentemente dalle scelte masochistiche dei veneziani. Provincia e Comuni interessati devono sapere che il treno del Recovery Fund non passerà una seconda volta. Dopo resta solo la speranza di un ripensamento cinese per la Via della Seta".

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • ccmatt

    15 Febbraio 2021 - 18:23

    Egr. Sig. Nonnato ho letto il suo pezzo "Interporto, adesso i fatti" e vorrei aggiungere qualche altra considerazione. e chiedo scusa per la sintesi ( pochi caratteri). Sono il presidente di una Associazione non-profit, di cui sotto, che ha come scopo sociale il completamento dell'idrovia che collega Padova all'Adriatico. NON siamo in competizione. Che Venezia faccia o meno il Terminal off shore di Costa, non deve impedirci di ragionare su più vasta scala, Penso alla navigazione fluvio-marittima su tutti i 3 corsi d'acqua potenzialmente percorribili in Val PAdana Penso a un nuovo tipo di imbarcazione, capace di partire da Mantova, Rovigo, Padova e in futuro da Cremona o Piacenza ....e arrivare a Patrasso, Atene, Smirne, Haifa, Istanbul, Odessa etc , navigando di cabotaggio.. Sarei lieto. approfondire. Saluti C. Crotti tel. 347 8665730 ASS.  “SALVAGUARDIA IDRAULICA DEL TERRITORIO PADOVANO E VENEZIANO”

    Report

    Rispondi