Venerdì l’addio a Massimo “Biscu”
SCUOLA
26/02/2021 - 21:01
Sono strette, si rompono facilmente ed emanano un brutto odore chimico, insopportabile. Sono le mascherine del commissario Arcuri, quelle promesse all’inizio dell’anno: 11 milioni di pezzi al giorno per tutti gli studenti italiani. In Polesine sono odiate, utilizzate praticamente finché i docenti riescono a imporsi sugli alunni, ma mal tollerate anche dai genitori.
Le mascherine mutanda, attualmente stanno invadendo i magazzini di alcuni istituti superiori, perché i ragazzi, che non riescono a indossarla per più di qualche minuto, si rifiutano di ritirarle. “Non le portano nemmeno gli insegnanti, né i collaboratori scolastici - assicura uno studente del liceo Celio di Rovigo - ora giacciono tra gli scaffali”.
A lamentarsi non sono solo i ragazzi, che a settembre avevano provato a protestare, poi hanno adottato la soluzione di ignorarle e basta. Ma ci sono anche i genitori dei bambini e dei ragazzini che tornano a protestare: “Continuano ad arrivare questi pacchi - racconta una mamma - Queste mascherine non possono essere indossate perché sono troppo strette. I miei figli di 11 e 16 anni, uno alle medie, l’altro alle superiori, alla fine indossano le chirurghiche che compriamo noi. Di queste, dunque, non ce ne facciamo niente, ma buttarle via sembra anche uno spreco enorme, soldi buttati al vento”.
Nelle scuole primarie, vengono utilizzate durante l’orario scolastico da tutti i piccoli studenti. Ma alla fine della giornata, il naso è rosso, le guance spesso arrossate. Molti genitori provano a spingere per l’utilizzo delle mascherine che si portano a casa, ma con scarsi risultati.
Insomma, per fare usare le mascherine “mutanda” si è dovuti praticamente arrivare all’obbligo a farle indossare (almeno ai più piccoli) . Eppure erano la risorsa principe messa in campo dal commissario Domenico Arcuri, dopo i banchi a rotelle, ca va sans dire.
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