VOCE
Dl Sostegni
29.03.2021 - 11:24
Al via da domani, martedì 30 marzo, le domande per ottenere i ristori previsti dal Dl Sostegni e dedicati alle partite Iva (con fatturato fino a 10 milioni di euro) che nel 2020 abbiano visto il proprio giro d'affari diminuire almeno del 30% a causa della crisi da coronavirus.
Sono tre le grandi novità dell’ultimo decreto: le domande per i nuovi sostegni non saranno più guidate dai codici Ateco; il periodo di riferimento su cui misurare la diminuzione di almeno il 30% del fatturato non è più, come in precedenza, il solo mese di aprile 2020, ma l’intero anno in rapporto al 2019 e quindi il calo di fatturato o corrispettivi deve essere di almeno il 30% basato sulla media mensile del 2020 rispetto a quella del 2019, perché si tratta di un contributo basato sulla perdita annuale. Inoltre, si estende la possibilità di richiedere il ristoro anche alle professioni ordinistiche che in precedenza erano state escluse dal provvedimento.
Ma attenzione: non esiste alcun automatismo, per cui le erogazioni dovranno essere richieste in via telematica, anche tramite gli intermediari abilitati: i commercialisti o altri soggetti delegati ad accedere al cassetto fiscale. L’importo di spettanza, anche se non ancora accreditato nel conto corrente del beneficiario, potrà essere utilizzato per compensare gli eventuali debiti fiscali tramite il modello F24.
I ristori, in ogni caso, non sono previsti per coloro che hanno maturato dei ricavi superiori ai 10 milioni di euro nel 2019; ed esiste un tetto massimo unico di ammontare del ristoro di 150mila euro e una soglia minima che è, invece, differenziata: mille euro per le partite Iva individuali e 2mila euro per le persone giuridiche.
Per il resto l’importo del contributo è determinato con delle percentuali che sono calanti al crescere del fatturato del 2019, quindi con un meccanismo a scalare. Il contributo in arrivo sarà del 60% rispetto al calo del fatturato per i soggetti che nel 2019 hanno avuto ricavi o compensi fino a 100mila euro; del 50% per chi si è collocato nella fascia compresa tra 100mila e 400mila euro; del 40% sopra fino al milione di euro; del 30% da uno a cinque milioni; e del 20% della perdita per fatturati 2019 tra i 5 e i 10 milioni. Sempre tenendo conto del tetto massimo.
Chi poi ha aperto la partita Iva nel 2020, non avendo parametri per il 2019, riceverà l’importo minimo previsto per la categoria: si tratta di 37.392 persone in tutto il Veneto, di cui 1.464 nella sola provincia di Rovigo. Scontato che questi chiedano tutti il contributo.
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