VOCE
DIPENDENZE
30.03.2021 - 16:38
Ogni 100 giocatori d’azzardo, 97 hanno smesso di scommettere durante il primo lockdown dello scorso anno. Solo 3 dei 100 si sono riversati nelle scommesse online e nei gratta e vinci delle tabaccherie. E dei 97 che si sono astenuti dal gioco, solo 20 sono ricaduti nella rete dell’azzardo nel maggio scorso, allo scadere delle restrizioni. Gli altri 77, nonostante siano tutti entrati comunque nella fase critica del “craving” (il desiderio irrefrenabile di tornare a scommettere), non hanno ceduto alla tentazione.
La fotografia dell’Ulss 3 è stata scattata sui 230 malati di gioco in carico al dipartimento dipendenze dell’Ulss 3 Serenissima, dati che hanno poi dato vita a una ricerca. Nel 2019 gli affetti da questa patologia in carico all’Ulss erano 265 e, di questi, i nuovi ingressi erano stati 94. Dei 230 in cura dal 2020 i nuovi ingressi sono invece 33.
“Merito della dedizione costante dei nostri specialisti, che ha portato molti di questi pazienti a sedare, controllare e anche sconfiggere questa dipendenza - dice il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato - ma è sicuramente merito anche della vicinanza costretta e salutare delle delle famiglie durante i periodi di restrizione e clausura forzata imposte dall’emergenza pandemica. I familiari dei giocatori d’azzardo, con la loro vicinanza hanno contenuto lo stimolo a scommettere. E questi numeri ci dicono anche che con la diminuzione dell’offerta del gioco diminuiscono anche le dipendenze”.
Altro fattore rilevato dalla ricerca del dipartimento dipendenze, condotta dal referente scientifico del Piano aziendale di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, Ermanno Margutti, è che la chiusura di casinò e di slot e macchinette nei bar e nelle tabaccherie, non ha comportato un migrare della dipendenza verso i gratta e vinci e il gioco online.
“In questo tipo di dipendenza c’è molta fidelizzazione verso il gioco che si predilige - spiega il fenomeno Margutti - quindi non è detto che il giocatore, tolto lo stimolo, decida di cambiare gioco. Anche in chi giocava prima online, in ogni caso, si è riscontrato una diminuzione drastica della dipendenza durante i lockdown”.
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