VOCE
ECONOMIA
31.03.2021 - 17:46
“Verifica! Bisogna fare la verifica prima di mandare le domande!”. Negli studi dei commercialisti e dei consulenti di Rovigo la tensione di questi giorni è alle stelle: da martedì, 30 marzo, sono partite le domande per accedere al contributo a fondo perduto relativo al Decreto Sostegni. Ed è una corsa a ostacoli, in cui bisogna essere tempestivi e precisi. La coperta è corta e per cifre irrisorie bisogna comunque arrivare primi. Alle imprese, infatti, sono stati destinati 11 miliardi dei già pochi 35 contemplati dal Decreto legge e non tutti ci arriveranno.
In più la procedura non è poi così semplificata come avevano promesso. “L’agenzia delle Entrate è incaricata delle procedure - spiega tanto per cominciare Filippo Grosselle, tesoriere dell’Ordine polesano dei commercialisti e dei revisori contabili - ma stanno implementando i software e siamo noi che dobbiamo fare il confronto dei fatturati tra il 2019 e il 2020. In teoria, dunque, un contribuente che si connette può compilare in autonomia la domanda, ma deve avere in possesso informazioni che il cliente normalmente non ha. Quindi è lo studio di riferimento che espleta le pratiche”.
La nuova procedura introdotta dal governo Draghi non è nemmeno libera da cavilli. “Il calo del fatturato deve essere superiore o pari al 30% rispetto alla media dell’anno precedente - continua Grosselle - e questa è una prima verifica da fare. Inoltre il contributo è suddiviso in fasce, quindi al calo di fatturato va calcolato la fascia di contributo spettante”. Con ingiustizie dell’ultimo centesimo, per esempio nel caso in cui il calo di fatturato è pari al 28% in meno, per cui non si rientra nel contributo, soffrendo comunque perdite notevoli”.
Tra scadenze, crisi economica, chiusure e incombenze, è stato un anno duro per gli addetti ai lavori, che si sono ritrovati a essere pungiball di un sistema che non va. E ora siamo alle porte del periodo della dichiarazione dei redditi e dell’elaborazione dei bilanci. “Non faremo i bilanci a occhi chiusi - aggiunge Filippo Grosselle - anche perché con le aziende in perdita dovremo risolvere molte problematiche. Inoltre i ristori approvati ad Agosto, richiesti a novembre dicembre, sono andati in approvazione adesso. Questo ovviamente non significa che siano in liquidazione. Quindi siamo tempestati di domande e di problematiche e di incombenze che pesano sull’equilibrio di uno studio, anche sui collaboratori tra carichi e straordinari”.
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