VOCE
L’INTERVISTA
03.04.2021 - 18:32
Delusa e amareggiata. Rispetto alle premesse, il governo Draghi e il presidente del consiglio stesso non convincono affatto Isi Coppola, imprenditrice, ex assessore allo Sviluppo economico del Veneto e ora nel cda di Veneto Sviluppo.
“Non c’è stato un cambio di passo, nessuna accelerazione sui provvedimenti. Anzi, anziché dircelo la domenica per il lunedì, ci avvertono il venerdì e invece di Draghi che si è tirato fuori anche dall’apparire, vediamo il ministro Speranza. Quasi meglio visto che una comunicazione così gelida fa venire i brividi. Ha cambiato il nome, da ristori a sostegni, ma questo provvedimento è ancor apiù demenziale degli altri, malsano anche nella scrittura. Avevano tot soldi, hanno fatto un algoritmo per riuscire a utilizzare misere briciole, scontentando tutti e buttando dei soldi. Potevano fare a meno di darli, sono soldi buttati. Questi sono tutti scollegati dalla realtà”.
La Coppola non salva “nessuno. Non si parla più nemmeno del problema degli immigrati. Vengono a battaglioni e noi paghiamo lo schifo e l’indecenza. Come aver rinnovato gli stipendi ai navigator, che non stanno facendo nulla, come non fanno nulla i percettori del reddito di cittadinanza. Per evitare la rivolta popolare si seda con la manna che arriva ogni mese. Ai nostri dipendenti, invece, non arriva nemmeno la cassa integrazione”.
E su Zaia: “Povero Luca. E’ invecchiato di 10 anni in un anno solo. Ma pensate a un governatore del Veneto, che organizza le vaccinazioni e i vaccini non arrivano. Questa cosa fa andare fuori di cervello. Potevano farli comprare al Veneto. Subire le regole che stabilisce il governo centrale o addirittura l’Europa è sfiancante. Questo è il fallimento totale della centralizzazione del governo. La prova provata che bisogna essere autonomi e indipendenti. Non credo a un’Italia unita nella sfiga e nella gestione terrificante e illogica”.
“Io mi guardo molto intorno. Il Polesine - conclude l'ex assessore regionale - lo vedo con il freno a mano tirato, non perché sia un territorio privo di potenzialità. Purtroppo è insito nel Dna essere avviluppati in una logica di invidie e recriminazioni, che spengono l’entusiasmo di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Per 20 anni mi sono occupata di Polesine e mi rendo conto che è come lottare contro i mulini al vento”.
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