VOCE
COLDIRETTI
29.04.2021 - 06:35
Dopo mesi di prelievi, analisi e ricerche è arrivato il momento di divulgare i primi risultati del progetto “Ripristino di ambienti marini incrementandone la biodiversità con la partecipazione di pescatori” realizzato dall’Università di Ferrara e Coldiretti Impresa Pesca. Il progetto rientra nelle iniziative dello sviluppo sostenibile della pesca e acquacoltura della Dgr. 973/2018 nell’ambito della programmazione Feamp Italia 2014-2020. Il progetto è iniziato nel 2020 e mira a proteggere gli ambienti marini tramite l’aiuto degli operatori della pesca. A causa dei rallentamenti dovuti alla pandemia, lo stesso ha ricevuto una proroga da parte della Regione Veneto ed entro l’estate ci sarà la rendicontazione.
Ieri mattina è stato presentato lo stato di avanzamento della ricerca. A introdurre l’incontro online, e a dirigere la conferenza, il direttore di Coldiretti Rovigo, Silvio Parizzi. Sono intervenuti poi Alessandro Faccioli responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Rovigo e il docente Michele Mistri del Dipartimento di scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie dell’università di Ferrara. In chiusura hanno portato i saluti della Regione Veneto Luca Tenderini e Giuseppe Cherubini.
“Il tema è di stretta attualità - ha commentato Parizzi - ma quando l’abbiamo pensato era innovativo. L’esigenza che abbiamo oggi è quella di tutelare il mare come ambiente, ma anche come contenitore delle nostre attività di pesca, per permettere la salubrità del prodotto che poi collochiamo nella distribuzione alimentare”.
Il progetto ha fornito fondamentali informazioni quali-quantitative relative ai rifiuti, mira a sensibilizzare gli operatori del mare a impegnarsi sul fronte della raccolta e della relativa riduzione. “Sappiamo che fare il pescatore è un duro lavoro - ha riferito Faccioli - ma nonostante tutto abbiamo chiesto loro di occuparsi anche della raccolta e la risposta è stata favorevole. Sono state coinvolte due cooperative di acquacoltura e mitilicoltura (Villaggio pescatori di Pila e Mitilicoltori Sacca Scardovari) che assieme contano 150 soci, oltre a 6 pescherecci di Chioggia e una ditta specializzata di sub (Essetre di Vigonza). Ringraziamo la Regione che ha ritenuto strategico il nostro progetto e tutti coloro che si sono impegnati per la realizzazione, dai pescatori, all’Università alla struttura di Coldiretti”.
Il progetto andrà avanti con altri incontri che si concluderanno con il mese di maggio. Due sono riservati ai pescatori, nello specifico uno ai mitilicoltori e l’altro a chi fa pesca da strascico. Infine la divulgazione si concluderà con un incontro destinato alle scuole. Da parte di Impresa Pesca il compito di sensibilizzare tutti i pescatori, non solo quelli che si sono resi disponibili per la raccolta, ma anche i colleghi.
“Miriamo a incoraggiare i pescatori e altri portatori di interesse a partecipare ad altri progetti di questo tipo - ha concluso Faccioli - il messaggio che sta prendendo piede è che la tutela dell’ambiente marino è allo stesso tempo tutela del lavoro e di una tradizione eccellente che dovrà continuare in futuro. Speriamo di avere ancora la Regione Veneto al nostro fianco, per incentivare le buone prassi e elaborare nuove idee progettuali”.
Il professore Michele Mistri dell’Università di Ferrara ha presentato infine la parte scientifica del progetto con dati molto interessanti. Tra le evidenze, si riconosce che un quantitativo importante dei rifiuti raccolti proviene dalle attività di pesca, ma è anche vero che il mare Adriatico è un ricettore di tantissimi bacini continentali, come il Po e l’Adige e che le mareggiate o altri eventi atmosferici sono sempre più frequenti e violenti provocando ingenti danni agli impianti presenti e causando la perdita delle attrezzature da lavoro. “Proprio a fronte di queste riflessioni - ha spiegato Mistri - abbiamo studiato esperienze pilota per trovare una tecnologia a basso impatto ambientale che permetta una economia circolare di questi rifiuti consentendo anche il riutilizzo”.
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