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L'INCONTRO ONLINE

L'appello del vescovo: “Serve lavoro, ma non precario”

Alla conferenza anche il segretario della Cisl: "In Polesine molti accusano il colpo, mentre l'online prospera"

L'appello del vescovo: “Serve lavoro, ma non precario”

“Il lavoro deve essere al centro non solo nella vita delle persone ma anche nella società. Occorre che rispetti e promuova la dignità di ogni persona umana. Per fare questo occorre che la politica e l’economia non guardino al lavoro come un dato quantitativo ma che lo guardino come espressione della dignità inalienabile dell’uomo”. Questo il monito lanciato da Pierantonio Pavanello, vescovo della diocesi di Adria-Rovigo, in occasione della conferenza “Il lavoro al centro”, organizzata dall’ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro in collaborazione con il movimento lavoratori di Azione Cattolica.

"Noi vogliamo impegnarci, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, a fare in modo che una nuova impostazione possa mettere al centro il lavoro, ma non un lavoro precario, sfruttato o insicuro, ma un lavoro che permetta a tutti di mettere a frutto le proprie capacità e la propria creatività. La difficoltà della situazione che stiamo vivendo ha fatto emergere la possibilità, attraverso l’impegno, di scoprire nuove dimensioni del lavoro. Questo messaggio di speranza è fondamentale e lo sarà ancora di più quando una volta terminata la crisi sanitaria dovremo affrontare quella economica. Come cristiani dovremo farci portatori di questo messaggio, per stare vicini alle persone in difficoltà” ha infine concluso il vescovo. 

Alle sue parole hanno fatto seguito anche quelle di Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl di Padova e Rovigo: “Nelle situazioni di emergenza di solito si cerca di sopravvivere. In Polesine in molti stanno lavorando con il solo obiettivo di riuscire ad arrivare alla fine del mese. Alcuni settori hanno accusato il colpo in modo particolare ma dall’altra parte hanno prosperato le attività online. Questo ha spinto molti lavoratori, soprattutto donne e giovani, ad accettare condizioni di lavoro precarie. Il ruolo del sindacato è quello di battersi contro il pericolo che una visione estremizzata dell’efficientamento aziendale finisca con soffocare la dignità delle persone”.

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