VOCE
La Voce dei bar-Chioggia
11.05.2021 - 19:46
Il bar Pedavena di Chioggia è uno storico locale situato in pieno centro che da anni è un punto di ritrovo e di ristoro per moltissimi residenti.
Mattia, il proprietario, ci racconta la sua incredibile storia e come ha vissuto la prolungata chiusura che ha coinvolto moltissime attività. “Questo bar è nato più di 100 anni fa ma inizialmente non era un bar, bensì un distributore di birra Pedavena. Successivamente si è trasformato in un bar e ha mantenuto il suo nome originale”, spiega.
Per quanto concerne la pandemia, il bar Pedavena ha vissuto, come tutte le altre attività, una situazione drammatica, come spiega il proprietario: “Il problema principale è che ci siamo sentiti totalmente abbandonati dal governo, ma non solo noi, anche tanti altri settori. Avrebbero potuto almeno bloccare le spese fisse. Con le attività totalmente chiuse per così tanto tempo è difficile poter pagare tutto tranquillamente. In tre mesi e mezzo abbiamo pagato tasse altissime avendo comunque tenuto tutto chiuso. Se hai l’attività aperta riesci a sopravvivere, altrimenti è veramente difficile considerando tutte le spese”, dichiara Mattia.
“L’asporto non può funzionare. A mio parere, deve essere unito ad altro - dice ancora Mattia - perché non vai avanti solo con l’asporto, a meno che non sia una attività nata per quello, come alcune pizzerie. L’asporto ci è servito solo per non restare a casa a piangere”, dichiara il titolare del bar Pedavena. “Adesso il problema principale è il coprifuoco. Il flusso maggiore di giovani viene alla sera e nessuno viene solo per stare un’ora e poi tornare a casa! Per cui è abbastanza complicato, ma almeno possiamo aprire durante il giorno”, conclude.
Il bar Pedavena è sempre molto frequentato e moltissimi chioggiotti amano sedersi in questo bar per poter prendere un caffè. E’ il caso di Angela, che con le sue amiche si trova spesso a prendere qualcosa da bere insieme per poter confrontarsi, parlare o semplicemente passare qualche ora in compagnia: “A Chioggia è proprio un fattore culturale riunirsi nei bar per stare insieme. Noi ci vediamo sempre e potremmo definire Chioggia una piccola Parigi perché viviamo come loro: sempre nei bar - scherza Angela - il fatto di non poterci vedere i mesi scorsi è stato davvero brutto soprattutto psicologicamente, anche per i giovani di sicuro”.
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