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SOCOTHERM

“12 mesi per scrivere il futuro”

I sindacati invitano ad accelerare sulla cessione, perché temono l’ostruzionismo della Shawcor

“12 mesi per scrivere il futuro”

“Cronaca di una morte annunciata”: il celebre romanzo di Gabriel García Márquez, uscito esattamente 30 anni fa, riassume in maniera quasi profetica il triste epilogo della Socotherm: dopo un anno di agonia, la multinazionale canadese Shawcor ha gettato la maschera sulle sue reali intenzioni annunciando la chiusura del sito produttivo di viale produttivo, attivo da quasi mezzo secolo. Un sito che ha portato nelle casse della casa madre ben 17 milioni di euro. La chiusura dello stabilimento avrà un impatto tremendo sull’economia adriese considerato che, fino a qualche anno fa, tra lavoratori diretti e indotto dava occupazione a circa 500 persone. Adesso l’unica speranza è l’arrivo di un acquirente per rilanciare l’impianto come auspicano Cgil e Cisl.

“Dopo oltre un anno di rinvii e indecisioni – si legge in una nota congiunta a firma Federica Franceschi ed Enrico Rigolin - il ‘top management’ della Shawcor ci ha comunicato l’intenzione di chiudere il sito adriese. Le parti in campo, come riportato dal comunicato della Regione, hanno condiviso la necessità di aggiornare il tavolo di confronto al fine di monitorare lo stato di avanzamento di ogni azione utile a mettere in sicurezza, in primo luogo, i lavoratori con misure di sostegno al reddito e a valutarne altre finalizzate all’adeguamento delle competenze dei lavoratori”.

E ancora. “Ma c’è di più. Non c’è solo lo shock, ma l’ennesima mazzata alla dimensione produttiva del nostro territorio. Oggi ci troviamo con una multinazionale che dichiara dopo un anno e mezzo di agonia la fine del proprio interesse per il Polesine e mette in vendita il sito. L’unica speranza è ora l’esistenza di un interesse vero, concreto e propulsivo che ripristini occupazione e produttività e questo lo richiediamo e presidieremo con urgenza, impegno e coerenza. La preoccupazione però riguarda la modalità e le condizioni di vendita di uno stabilimento il cui valore è dato non tanto dal sito in sé, ma dagli impianti e dalle professionalità che ruotano intorno a più di 30 anni di attività di Adria. La preoccupazione è la dispersione di tutto ciò e le limitazioni che la multinazionale potrebbe determinare nelle condizioni di cessione. C’è la rabbia di assistere ancora una volta all’atteggiamento predatorio delle multinazionali, che si insediano nelle aziende che erano state avviate da imprenditori locali (la famiglia Soave era vicentina, ndr) e dopo qualche anno se ne liberano, sacrificandole sull’altare del profitto, alla faccia dei loro codici etici, del presunto ‘commitment’ e delle tante belle parole delle press release in ‘managerese’ a favore degli azionisti. Certamente, le aziende debbono far profitto – scrivono Cgil e Cisl - ma le multinazionali se ne fregano del Polesine: per Cargill, Zhermack o Ecolab, non siamo che un puntino su una mappa in una stanza in America”.

A questo i sindacati affermano che “Shawcor lascia una voragine ad Adria e il rischio concreto, se le operazioni di reindustrializzazione non saranno veloci, è che tale deturpazione sociale ed economica divenga irreversibile. Allora, attraverso la Regione, chiediamo che la multinazionale si assuma l’impegno sociale che Adria e il Polesine meritano, agevolando contrattualmente ed economicamente la cessione di Socotherm e che tutte le dichiarazioni di intenti non si riducano a una frantumazione e parcellizzazione del sito. Shawcor ha un debito con il Polesine e con i lavoratori di Socotherm che ora deve saldare. Per i lavoratori si prospetta da luglio la cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione che durerà, una volta autorizzata dal Ministero, per 12 mesi, un periodo che servirà, almeno auspichiamo, a ridefinire l’identità del sito di Adria come nuova realtà produttiva o, situazione a cui non vogliamo e possiamo arrenderci, accompagnare l’uscita dei lavoratori”.

Da parte sua, il sindaco Omar Barbierato, al termine del tavolo regionale ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ho partecipato al tavolo di crisi regionale di Socotherm dove, purtroppo, la società ha comunicato la chiusura dello stabilimento con la volontà di venderlo. Chiederanno la possibilità di avere la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori e si attiveranno tutte le procedure tramite la Regione per formare e ricollocare i lavoratori. E’ un momento molto difficile per il nostro territorio. Saremo presenti in tutti i tavoli per essere vicini ai lavoratori e affinché si trovi una soluzione che non penalizzi il Polesine”.

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