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LA POLEMICA

Sulle armi ai vigili maggioranza in disarmo

Ma il capogruppo Pd canta vittoria: “Lo dico da sempre, le pistole vanno consegnate”

Sulle armi ai vigili maggioranza in disarmo

Della mossa dell’amministrazione di andare avanti con la consegna delle armi ai vigili di Rovigo, che non può non essere stata condivisa con il sindaco, la maggioranza assicura di non averne saputo nulla, nemmeno dopo la risposta scritta, su carta intestata del Comune, dell’assessore Bernardinello al capogruppo leghista Aretusini. Una decisione che, oggi, mette in imbarazzo tanti, fino a ieri strenui oppositori delle armi che per ragion di Stato (pardon, di Comune) devono ora giustificare la scelta di sindaco e giunta.

“Vabbé, non è poi una questione di gran portata”, cerca di tagliar corto Elena Biasin, capogruppo della civica di Gaffeo. E pazienza se l’argomento occupa il dibattito pubblico cittadino da almeno dieci anni, incendiando ogni volta gli animi. “E’ un tema amministrativo, più che politico - dice ancora la Biasin - se le armi sono necessarie per il turno notturno, allora bisogna darle. Se lo sapevamo? Onestamente ero rimasta indietro, e poi non è che gli assessori ci devono sempre dire tutto… Diciamo che non ho approfondito la cosa”.

Dal Forum dei cittadini, l’altra civica ortodossa, nessuna posizione ufficiale ma solo “pareri personali”. Discordanti. Contrario Federico Saccardin, ex presidente della provincia ed ex segretario generale Cisl, “contro le armi ai vigili urbani fin dai tempi in cui facevo il sindacalista. Nessuno ci ha coinvolto in questa decisione: l’ho appreso dai giornali. Ma non esprimo nessuna valutazione - dice - mi riservo di approfondire il tema e valutare le ragioni che hanno portato a questa scelta”.

Dallo stesso gruppo, Vanni Borsetto, tesserato Articolo 1 e già consigliere sotto le insegne di Ds e Pd, si smarca da ogni polemica passata. “Quelle contro le armi erano battaglie di retroguardia. Siamo nel 2021, e se vogliamo essere una città al passo coi tempi dobbiamo guardare avanti”, dice. In ogni caso - ammette - “in maggioranza non ne abbiamo mai parlato e il tema non è stato trattato”.

Chi gongola, invece, è il capogruppo Pd Nello Chendi, “da sempre a favore della consegna delle armi”, sottolinea. “Tempo fa avevo anche sollecitato, con un’interrogazione, l’amministrazione a provvedere alla consegna ai vigili: ormai le abbiamo comprate, perché tenerle chiuse in un cassetto? Bene così”.

E canta vittoria anche il sindacato Diccap-Sulpl, con il coordinatore provinciale Mirco Gennari, che da sempre chiede la consegna delle pistole. Una decisione - sottolinea - “in assoluto contrasto con le storiche posizioni dell’assessore Patrizio Bernardinello e del sindaco Edoardo Gaffeo, che all’inizio del suo mandato voleva addirittura vendere le pistole in dotazione al corpo. Crediamo, a questo punto, che qualcuno dall’alto dei propri scranni debba delle scuse, che le debba a questo sindacato, al personale della polizia locale e soprattutto ai cittadini di Rovigo, a cui è stato fatto credere, per mesi, che le legittime richieste di sicurezza dei lavoratori in divisa altro non fossero che le farneticazioni di un pugno di aspiranti sceriffi, e non un loro diritto, finalizzato oltretutto alla tutela non solo personale ma anche della sicurezza pubblica”.

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