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IL LIBRO

“Quel Po solitario e silenzioso”

Barcari e cavallanti, i mestieri di una volta raccontati nel libro di Bovolenta

“Quel Po solitario e silenzioso”

Ora il Po è un solitario silenzioso e non è più una via, non è più nemmeno un luogo. È un gigante pieno di ricordi. Questo libro gli restituisce il valore di un tempo, riporta al presente gli uomini e le donne che lo hanno vissuto”: è il messaggio di Francesca Forza al tirar delle somme alla presentazione del libro “I barcari raccontano i cavallanti” di Marina Bovolenta edito da Apogeo. Incontro molto partecipato nella suggestiva cornice bucolica della trattoria Alla Rosa. Tra i presenti Antonio Giolo referente della biblioteca di Adria, Chiara Mancin assessore alla cultura a Papozze e Luciana Passarella della biblioteca di Papozze, oltre allo storico locale Paolo Rigoni promotore della serata. “Questi due mestieri, barcari e cavallanti – sottolinea Francesca, discendente di una famiglia di barcari - fiorivano sulle nostre vie d’acqua. Un tempo una via d’acqua era quello che dice la parola stessa: una via. Era una strada percorsa da una serie di diversi tipi di umanità, e, come una via del centro, era circondata di attività commerciali”.

L’iniziativa è ampiamente promossa dai commenti apparsi sui social.  “Abbiamo assistito con vivido interesse – osserva Daniela Marafante - alla presentazione di un libro che narra di mestieri ormai scomparsi e di una realtà polesana persa nei ricordi di chi l'ha vissuta, ma che tutt'oggi, volendo, potrebbe rappresentare una valida risorsa per il trasporto merci su acqua. Paolo Rigoni ha portato a illustrarci il tutto, con entusiasmo e un pizzico di rivalità tra fazioni, così pure è stata coinvolgente l’autrice Marina Bovolenta e particolarmente appassionata la ‘panpolesana’, ovvero cittadina del mondo, Francesca. Così, tra barcari e cavallanti, la storia del nostro territorio ha ripreso a vivere e per una sera è sembrato tornare, quel tempo perduto”.

Aggiunge Daniele Albertin: “A seguire, perché non di sola cultura si vive, un momento conviviale con aperitivo e, dulcis in fundo, un'allegra cena tra chi è voluto restare, chiosa finale perfetta di una serata da incorniciare che ci ha fatto assaporare a pieno la bellezza dello stare insieme”.

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