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Chioggia

“Sagra del pesce: restrizioni anche nel 2022”

Il decano degli standisti, Boscolo Papo: “L’anno prossimo bisognerà giocare d’anticipo”. Il rinvio di quest’anno dovuto anche al forfait di tre banchi.

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“La Sagra del pesce? Impossibile farla quest’anno, ma per il prossimo bisogna partire mesi prima a pianificare, le restrizioni non spariranno sicuramente”. Parole di Enrico Boscolo Papo, decano tra gli standisti della storica sagra di Chioggia. Gestisce lo stand Uisp assieme ai volontari da più di 12 anni e per il secondo anno consecutivo tutto sarà stoppato a causa del Covid e delle stringenti norme per evitarne la diffusione.

Ma alla base della decisione non c’è solo questo: due stand hanno dato forfait e un terzo non aveva personale: “Il clima di incertezza che c’era attorno alla sagra - racconta Papo - ha portato due stand a ritirarsi e non so se rientreranno il prossimo anno. Sembra infatti che la loro decisione non dipenda dal Covid. Bisogna ricordarsi che fare la sagra è un impegno non da poco e tutto si può dire tranne che ci si arricchisca. Un terzo stand inoltre, sicuro che le norme non avrebbero permesso la realizzazione della sagra, ha dato l’ok a tutti i volontari per prenotarsi le ferie estive e quindi si è trovato senza personale. Va da sé che fare la sagra solo con tre, o massimo quattro stand non aveva alcun senso”.

E questo è solo uno dei tanti motivi del suo rinvio al 2022, a tempi migliori: “Ci sono anche motivi economici ovviamente - sottolinea Enrico Boscolo Papo - con tre soli stand le spese aumentano e diventano quasi insostenibili se pensiamo al distanziamento tra tavoli, al numero ridotto di clienti, all’obbligo di prenotazione, senza contare tutti i costi per la continua sanificazione e disinfezione degli ambienti. Farla da un’altra parte, a Sottomarina ad esempio, non sarebbe stata la stessa cosa. Inoltre, non c’erano solo le norme anti-Covid da seguire, ma anche quelle antiterrorismo. Forse ce ne siamo dimenticati, ma per fare la sagra in corso del Popolo bisognava chiuderlo con le forze dell’ordine e con le barriere, come avveniva prima dell’avvento del virus. Anche qui parliamo di costi notevoli, con l’aggiunta che, se l’avessimo fatta, ci saremmo dovuti prendere la responsabilità in toto noi standisti. Meglio a questo punto aspettare un anno di più”.

Ma secondo Papo qualche cambiamento va fatto, in primis gli incontri devono essere calendarizzati con largo anticipo: “Non possiamo trovarci a giugno per parlare della sagra - conclude - bisogna studiare soluzioni già in inverno. Inoltre a mio avviso serve fondare un comitato di sagra con all’interno gli standisti e il Comune. Una idea che è sempre stata bocciata dall’amministrazione comunale, ma che secondo me è fondamentale per discutere e risolvere sul nascere qualsiasi tipo di problema”.

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