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Porto Viro
14.08.2021 - 17:33
“Sorprende amaramente che il ministro Cingolani, dopo aver apposto la sua firma che avvalla le trivellazioni di metano in Adriatico, a pochi chilometri dal delta del Po, diventi il paladino delle energie rinnovabili”. E’ l’attacco che arriva da Enrico Bonafè, di Porto Viro, responsabile del dipartimento provinciale Ambiente e Territorio di Forza Italia.
“Certo, purché queste siano in Sardegna - prosegue la nota - In un’intervista su ‘La Nuova Sardegna’ definisce il progetto del tratto sud del metanodotto sardo ‘antitetico a quello che Parlamento e Governo stanno sviluppando insieme’. E poi, con il cosiddetto ‘Tyrrhenian link’ – il doppio cavo sottomarino da 950km e 1000MW di potenza che collega le due isole maggiori con la penisola – si avrà un forte sviluppo delle rinnovabili e sempre secondo il ministro sarà possibile ‘scambiare con il resto della rete nazionale molta energia, in sicurezza e senza aggravi per l’ambiente’. Ebbene, ministro, se nel versante tirrenico si preoccupa degli ‘aggravi per l’ambiente’, perché non destano la stessa preoccupazione gli aggravi per l’ambiente adriatico e deltizio in particolare? Lo spettro dell’abbassamento del suolo è sempre nell’aria e sentirsi rispondere dal ministro della Transizione Ecologica che ‘quelle trivelle erano già lì, ne abbiamo semplicemente preso atto’, denota quanto sia poco all’altezza del suo ruolo".
"Un politico che amministra non può semplicemente prendere atto, deve agire, conoscere le problematiche dei territori, informarsi sulla fragilità di un luogo come il delta del Po, il cui ecosistema è riconosciuto anche dall’Unesco, e poi prendere una decisione, anche andando contro gli interessi delle grandi aziende petrolifere - conclude Bonafè - anche perché è questa la linea dettata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. La neutralità carbonica – com’è l’obiettivo di ‘Net Zero 2050’ - si raggiunge solo investendo nelle rinnovabili, e non assecondando nuove trivelle. Per fortuna il nostro territorio si sta mobilitando contro questa ignavia politica, che rischia davvero di arrecare seri danni all’ambiente”.
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