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IL DRAMMA UMANITARIO

RIfugiati: “Sì all’accoglienza, ma con i controlli”

I rodigini: “Situazione critica, non possiamo far finta di nulla. C’è da capire chi può essere aiutato”

Afghanistan, gruppo PD Veneto: “La Regione si ponga in prima linea per mobilitazione umanitaria”

I cittadini: “Situazione critica, non possiamo far finta di nulla. C’è da capire chi può essere aiutato”

Quello che sta accadendo in Afghanistan potrebbe toccarci molto più da vicino di quello che pensiamo. Chi fugge da quella terra, riconquistata dai talebani, potrebbe trovare rifugio e accoglienza in Polesine. Su questo abbiamo interrogato i cittadini di Rovigo.

Dunque, c’è la possibilità concreta che i profughi, rifugiati politici in Afghanistan, ora in mano ai talebani, arrivino in Polesine. Cosa ne pensano i cittadini?

Sul punto, interviene Massimo: “Penso anzitutto che la situazione è molto critica perché queste persone, purtroppo, sono rimaste senza nessuna guida. E probabilmente bisognava cercare di gestire meglio la situazione. Oggi, questi nuovi profughi devono essere gestiti assolutamente. Bisogna capire chi può essere aiutato e come può essere aiutato in strutture dedicate”.

In passato l’ondata dei profughi nel Veneto ha spaventato, oggi secondo lei è diverso? “Penso che la gente continui ad essere abbastanza preoccupata da tutto ciò che non è controllato. Io credo che bisogna incrementare il controllo di queste attività e cercare di avere delle strutture dedicate a contenere queste persone”.

Cosa potremmo fare noi per loro? “Io penso che come singoli cittadini noi non possiamo fare molto. Credo che le istituzioni dovrebbero concentrarsi per cercare di identificare soluzioni dedicate”.

Guardando le immagini di Kabul che sensazioni ha? “Le immagini di Kabul sono molto tristi e fanno capire quanto l’ondata di talebani sia in realtà crudele. Sembra che vogliano far vedere che la situazione sia sotto controllo e ben gestita, tuttavia non credo che sia così e credo che ci sia da essere preoccupati. Infatti, la popolazione sta cercando di scappare”.

Sulla possibilità concreta che i profughi, rifugiati politici in Afghanistan, arrivino in Polesine, dice la sua opinione anche Elisa: “E’ una tragedia umanitaria e non possiamo far finta di niente. Il fatto di essere nati dalla parte giusta del mondo non può farci sentire assolti”.

 “Purtroppo, temo di no perché la mentalità non sta cambiando come dovrebbe. Eppure non abbiamo avuto reali problemi noi a Rovigo con i profughi, anzi mi pare che l’integrazione sia ben riuscita. Purtroppo, c’è questa idea che non riusciamo a sradicare. Ed è un peccato, mi fa male”.

Cosa potremmo fare noi per loro? “Accoglierli, capire come creare dei corridoi umanitari per farli venir fuori di lì. Però, noi possiamo fare molto poco, più che donare ed essere accoglienti. Deve essere l’Europa a muoversi in questo caso, per un’organizzazione un po’ più ampia”.

Guardando le immagini di Kabul che sensazioni ha? “Di disperazione. Soprattutto vedere la situazione delle donne. Sono nostre sorelle, fa male che nel mondo ci sia ancora una situazione così”.

Sul profughi afghani e il loro possibile arrivo in Polesine, Stefano spiega: “La situazione indubbiamente va gestita in maniera consona al problema. Condivido il fatto che non ci sono controlli, ma dovrà essere fatta una cosa mirata e controllata al fine di aiutare obiettivamente chi ne ha bisogno ed evitare possibili infiltrazioni o altre cose, che vanno gestite in maniera corretta e indubbiamente con un po’ di testa. Una cosa che in Italia non sempre avviene”.

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