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POLITICA

La grande corsa al dopo Dall’Ara

A centrodestra Pizzoli sfida Ferrarese. Gaffeo punta (ancora) sui civici e fa arrabbiare il Pd

La grande corsa al dopo Dall’Ara

Doppio derby per il dopo Dall’Ara. Anzi, triplo. Non solo elezioni comunali: la politica polesana già guarda oltre. All’elezione del prossimo presidente della Provincia, in programma per l’autunno: Dall’Ara, tra poco più un mese non sarà più sindaco di Ceregnano, essendo arrivato al termine del proprio secondo mandato, e dunque dovrà abbandonare anche il suo ufficio a palazzo Celio. E la corsa per la successione è già partita. Anche perché quel posto, da quando è stata ripristinata l’indennità (ed equiparata a quella del sindaco del capoluogo, 3.500 euro lordi al mese) fa gola a molti. E la corsa alla candidatura (è bene ricordare che il presidente viene eletto soltanto da sindaci e consiglieri comunali in carica è aperta). Centrodestra “Fluida”, come si dice in questi casi, la situazione nel centrodestra. Dove la candidatura ufficiale, fortemente sostenuta dalla Lega, è quella di Enrico Ferrarese, primo cittadino di Stienta. Prima, però, dovrà vincere le elezioni nel suo paese: sì perché a Stienta il 3 ottobre prossimo si vota per le Comunali. Ferrarese è in pista per il secondo mandato, requisito necessario per potersi candidare a palazzo Celio. Ma per lui la vera sfida inizierà dopo il voto in paese. Perché la sua candidatura nel centrodestra potrebbe non essere unitaria. Negli ultimi giorni, infatti, è il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli ad aver aperto le consultazioni, per cercare di capire se può esistere una convergenza attorno al suo nome. Una mossa tutt’altro che improvvisata: il principale argomento su cui gli ultimi due presidenti della Provincia si sono trovati a dover decidere è stato quello dell’assegnazione dei diritti esclusivi di pesca. E allora, dopo la guerra tra Dall’Ara e i pescatori del Delta, chi meglio del sindaco di Porto Tolle, che sulla pesca fonda la propria economia, può dare certezze ad un intero settore?

Tra i due litiganti, la chiave di volta potrebbe essere però rappresentata dal sindaco di Badia, Giovanni Rossi, che in Provincia vanta una discreta esperienza avendo fatto da assessore all’epoca della presidenza Trombini. Eliminato dalla legge il vincolo che imponeva al presidente di avere davanti a sé ancora due anni di mandato da sindaco, Rossi potrebbe candidarsi a restare a palazzo Celio fino al maggio prossimo, quando anche Badia andrà al voto. Poi, in caso di conferma nel ruolo di sindaco, si vedrà.

Civici Ma la spaccatura vera è tutta a centrosinistra. Dove nomi, al momento, non ce ne sono. O meglio, ce ne sono due, espressione del campo civico: Aldo D’Achille, sindaco di San Bellino, e Gilberto Desiati, primo cittadino di Villanova del Ghebbo. A sostenerli, il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo. D’Achille e Desiati sono stati i suoi alleati di ferro nel recente braccio di ferro sulle nomine in As2 (perso da Gaffeo e vinto da centrodestra e Pd): il sostegno del capoluogo, in questa corsa, potrebbe essere determinante. E qui si apre la (solita) crepa nella maggioranza che governa palazzo Nodari: può il Pd accettare di sostenere quei civici che gli hanno voltato le spalle? Risposta automatica: no.

Centrosinistra E allora, si apre un nuovo fronte, con il Pd che potrebbe esprimere a sua volta un candidato, di partito o comunque d’area. Nomi sul tavolo, ora, non ce ne sono. E il segretario dem Angelo Zanellato prende tempo, rinviando ogni valutazione al 4 ottobre, quando saranno chiari i nomi dei nuovi sindaci. Una cosa è certa: “D’Achille e Desiati? Servono solo a fare confusione”. Messaggio chiaro, e nuovo fronte di scontro, tutto rodigino, pronto ad aprirsi. Ancora una volta.

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