Maniezzo: “In consiglio niente pass. Al lavoro chissà”

 E’ consigliere comunale a Rovigo ed è un convinto no Green pass. Eppure Mattia Maniezzo non sa ancora come poter conciliare le due cose. E non esclude una retromarcia a geometria variabile.

Maniezzo, ex grillino, consigliere del gruppo Italexit (che si rifa nella linea di Gianlugi Paragone) rimarca che “l’obbligo del Green pass è liberticida, una costrizione intollerabile in uno Stato democratico. Io sono contrario sui tutta la linea, tanto che avevo pure raccolto firme contro”. Ma anche per entrare nel consiglio comunale servirà il Green pass: “Mi sto interfacciando con il presidente del consiglio Nadia Romeo per trovare una soluzione. Di certo io resto contro il Green pass e non intendo cedere. Proporrò di partecipare ai consigli da remoto”. Cosa che a Rovigo al momento non è previsto (o tutti in presenza o tutti in remoto).

Ma Maniezzo è anche un lavoratore (dei vigili del fuoco), e come farà? “Troverò una soluzione, ma in questo campo siamo nella sfera privata. Certo il governo ci vuole prendere per fame. Non escludo che in questo caso potrei esibire il Green pass. Ma il principio per il quale mi batto resta valido”.

Insomma il Maniezzo politico si dice inflessibile nel non utilizzare il certificato verde, fino al pericolo di dover rimanere fuori dal consiglio comunale “per il quale sono stato eletto”. Invece il Maniezzo lavoratore potrebbe cedere all’obbligo del passaporto verde. Una sorta di dottor Jekyll e mister Hyde che pur sdoppiandosi si sforza di rimanere coerente. Anche in un’apparente incoerenza, o coerenza a geometria variabile. E il vaccino? Per Maniezzo “ognuno è libero di regolarsi come crede. Se io sono vaccinato? Fatti miei”.