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ROSOLINA

Grossato: “La pandemia come una guerra”

Il sindaco alla celebrazione del IV novembre: “Temi come l’unità nazionale sono quanto mai attuali in questo periodo storico”

Grossato: “La pandemia come una guerra”

Grossato: “Temi come l’unità nazionale sono quanto mai attuali in questo periodo storico”

“Nulla può essere perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra”. Il neo sindaco Michele Grossato, cita Papa XII per il discorso del 4 novembre, celebrato ieri in città, alla presenza delle autorità militari, civili e religiose, delle associazioni combattentistiche, reduci e d'armi, e dei cittadini che sono accorsi numerosi.

Dopo la Santa Messa, il sindaco e gli assessori e consiglieri presenti hanno deposto, come da tradizione, la corona ai caduti e i bambini della scuola primaria hanno omaggiato i presenti con una dedica alla pace.

Un momento sentito da tutti i cittadini e allietato dal suono della Banda cittadina.

Grossato nel suo discorso ha spiegato: “Italia unita ed unità nazionale: temi quanto mai attuali anche oggi laddove, talvolta, sembra che il Paese proceda a velocità diverse, inseguendo obiettivi tra loro inconciliabili e guidato da una politica spesso slegata dal territorio, quasi non fosse questo, insieme alla comunità, a costruire propriamente la Nazione.

C'è bisogno più che mai di superare le divisioni, di ovviare gli ostacoli, di cadere e di rialzarsi insieme. C'è bisogno di ritrovare un nuovo spirito di unità nazionale che, a partire dal presente, ci porti insieme a costruire ponti e non ad edificare muri”.

Proseguendo: “Diritti e libertà sono conquiste, sono frutto di vincitori e di vinti, sono la memoria di un passato che è presente ed è compito nostro assicurarne futuro a chi verrà dopo di noi”.

Non è mancato un cenno anche a questi ultimi anni soffocati dal Coronavirus: “La pandemia, periodo buio della nostra esistenza che ha marcato in modo indelebile la vita di ciascuno di noi, rappresenta - a mio modesto punto di vista - un altro scenario di guerra, non combattuta con armi da fuoco, ma con un virus insidioso che, nel giro di poco tempo, ha mietuto vite umane, ha paralizzato il mondo, ha chiesto a ciascuno molte rinunce, perdite e lacrime. Un sacrificio che un domani non potrà essere dimenticato e che insegnerà a chi verrà dopo di noi”.

La cerimonia si é conclusa con la marcia della Filarmonica Vincenzo Bellini.

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