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ROVIGO

Con "Alice" il tempo è cervello

Un importante incontro dedicato all'ictus

Con "Alice" il tempo è cervello

"Il tempo è cervello" è il titolo della conferenza che “Alice Rovigo”, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale ha organizzato in occasione della giornata mondiale contro l’ictus cerebrale 2021 che quest’anno vuole mettere in rilievo proprio il fattore “Tempo”. ”Il tempo è cervello”    è la frase che  si sentiva ripetere  nel mondo dell'ictus acuto fin dai primi anni novanta quando si iniziò ad usare  come terapia l'attivatore del plasminogeno tissutale ricombinante per via endovenosa (rt-PA),un farmaco che scioglie i trombi che ha rivoluzionato l'approccio al trattamento dell'ictus ischemico acuto.

Giovedì 11 Novembre si parlerà di cervello e ictus, la dott.ssa Monia Russo responsabile della Stroke Unit di Rovigo ci spiegherà cosa fare quando si sospetta un ictus e perché è importante arrivare presto in ospedale. La prima cosa da fare è diffondere la consapevolezza che l’ictus richiede un intervento tempestivo in emergenza. La maggior parte dei pazienti non riceve un’adeguata terapia perché non raggiunge il Pronto Soccorso abbastanza precocemente.

In parte questo ritardo è dovuto alla disinformazione e scarsa consapevolezza della popolazione sui sintomi dell’ictus, abitualmente un po’ più “difficili” e variabili rispetto a quelli di altre patologie acute come lo stesso infarto del miocardio. Sono necessarie quindi delle campagne di comunicazione e sensibilizzazione per diffondere l’informazione affinché tutti siano in grado di riconoscerli tempestivamente e di chiedere aiuto al Servizio 118 appena possibile.

La possibilità di intervento precoce è legata al fatto che il danno cerebrale si realizza con gradualità (maggiore o minore a seconda dei casi) in quanto la morte dei neuroni, che parte dal centro della zona ischemica, si estende progressivamente alla periferia dell’area irrorata dall’arteria chiusa (area di “penombra”). Quanto prima si riesce a riperfondere il tessuto cerebrale (ricanalizzazione), tanto inferiore sarà il danno conseguente. La mancata percezione dei sintomi o anche la sola consapevolezza ritardata si traduce, così, in un arrivo ritardato in ospedale e nell’impossibilità di fare la terapia trombolitica, somministrabile fino a qualche anno fa al massimo entro quattro ore e mezza dall’ictus. Le ultime linee guida SPREAD 2020 hanno esteso la finestra di trattamento, hanno cioè ampliato fino a nove ore l’intervallo di tempo in cui effettuare la trombolisi  e hanno portato  a 24 ore la finestra di tempo entro cui fare la trombectomia meccanica, la terapia endovascolare con la rimozione meccanica del trombo che chiude l’arteria interessata .

L’ictus cerebrovascolare rappresenta la terza causa di morte, la principale causa d’invalidità e la seconda causa di demenza, è una patologia dagli alti costi sociali ed economici, ma se impariamo a riconoscerlo, riusciremo a contenere i danni fisici, psicologici  e anche economici. Giovedì 11 novembre in sala Gran Guardia a Rovigo, la dott.ssa Monia Russo, neurologa della Stroke Unit di Rovigo ci parlerà del cervello e della gestione del tempo quando si sospetta un ictus.

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