Cerca

L’INTERVISTA

"Il mio Filippo: l'ho visto uscire e non è tornato più"

Il ricordo: “Era un ragazzo solare. Ora ci parlo e gli chiedo se sono stata brava con lui”

"Il mio Filippo: l'ho visto uscire e non è tornato più"

Il ricordo: “Era un ragazzo solare. Ora ci parlo e gli chiedo se sono stata brava con lui”

Se c’è una mamma con la M maiuscola a Rovigo è Agnese Bettarello: mamma di Caterina, 21 anni, di Sofia, 18, mamma adottiva di Mattia, 44 anni, disabile, e di Filippo, adottato anche lui dopo la morte della seconda sorella, Vilma.

La tragedia che ha colpito Filippo Bettarello, 17 anni appena, sulla strada per Grignano, morto insieme a Marco Stocco e a Michael Zanforlin brucia ancora in città. Ma è con il passare dei giorni che il dolore si fa costante e se possibile più forte per Agnese, che in tanti, fra gli amici dei ragazzi chiamano “zia Agnese”, che racconta alla Voce di Rovigo la notte in cui ha saputo che il suo Filippo non c’era più, tra il 26 e il 27 ottobre.

“Di lutti in famiglia ne abbiamo vissuti tanti - racconta Agnese - ho perso i miei fratelli, nella malattia. Con le mie sorelle abbiamo avuto però la possibilità di salutarci, ho potuto aiutarle nel percorso. Filippo no, mi ha lasciato e non l’ho potuto salutare. Intanto era bellissimo, e poi amava cantare e disegnare, come la sua mamma. Mia sorella era una ragazza madre, con Filippo erano una cosa sola, vivevano in simbiosi. Nonostante la sua storia era vivace, solare, mi dava qualche pensiero, come tutti gli adolescenti”.

La storia di questo minorenne della Commenda, con una vita segnata, ma con degli zii e dei cugini che erano davvero come genitori e fratelli, ha colpito tutti. Agnese prova a raccontarla questa famiglia speciale: “E’ composta da me, da mio marito, Aniello Grazioso, da Caterina e da Sofia, da Mattia. C’era anche Filippo, adesso se n’è andato. Siamo una famiglia bella allargata. Vanno tutti d’accordo i ragazzi, si amano. Siamo una famiglia normale, normalissima, con problemi e difficoltà, mio marito fa il pizzaiolo, io non lavoro. Ultimamente eravamo tranquilli, è invece è arrivata questa batosta. Erano le 4,30 quando mi hanno chiamata le mie figlie. Ero dalla mamma, che si è rotta il femore. Mi hanno detto, di andare a casa, che era una cosa che riguardava Filippo. Ho pensato che ne aveva combinata una e mi sono precipitata a casa. C’erano 4 poliziotti e il magistrato che mi aspettavano. ‘Oddio avrà fumato una canna’, ho pensato dentro di me... e invece... non si può spiegare un dolore così, li supera tutti, non ci sono parole. Averlo visto andare via e non vederlo tornare più è devastante”.

Ora lei parla con Filippo: “Non nascondo che mi sono arrabbiata con lui. Ora gli chiedo, se sono stata brava come madre, se sono stata abbastanza. Ho ritirato i suoi effetti personali in questura giorni fa, ma non ho il coraggio di aprire niente. Il suo cellulare, non ce la faccio proprio. E poi mi chiedo, si potrebbe fare di più per insegnare il corretto comportamento sulle strade e fuori a questi ragazzi? Noi li mettiamo costantemente in guardia, ma la scuola, potrebbe fare di più?”.

Agnese, però, non è una donna delle accuse, delle recriminazioni. Non cerca colpe. Agnese vuole ringraziare: Rovigo. Tutta Rovigo. Tutti: “Vorrei ringraziare i cittadini di Rovigo, che ci sono stati vicini, che lo sono tuttora; la scuola, i professori, tutta la comunità. Il sindaco Edoardo Gaffeo, che si è comportato molto bene con noi. Devo fare il nome di Andrea Bimbatti che si è molto interessato al nostro caso, al mio e della mia famiglia. Sono venuta a sapere che c’è stata una raccolta fondi. Volevo ringraziare Bandiera Gialla”.

No, signora Agnese, grazie a lei, a suo marito, grazie alla sua famiglia, per l’esempio di dignità, di apertura agli altri, di forza nella difficoltà, che ci state donando.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400