Un Don Pasquale “ruggente”

Dopo l’entusiastica accoglienza al Teatro Verdi Padova, il Don Pasquale di Donizetti ha incontrato il pubblico del teatro Sociale di Rovigo. Lo spettacolo, seconda opera lirica nel cartellone del Sociale di quest’anno, è andato in scena nel nuovo allestimento frutto della collaborazione fra i teatri di Rovigo, Padova, Bassano del Grappa e Treviso, per la regia di Giuseppe Emiliani, scene e scenografia virtuale di Federico Cautero per 4Dodo. Un allestimento scenico che, con un’elegante ambientazione Art Decò, che sposta in avanti la rappresentazione di un secolo, attualizza ma non troppo, mantenendo comunque lo scarto di un altro secolo dalla nostra contemporaneità. Un’epoca scelta intenzionalmente degli autori, per evocare la spensierata leggerezza dei “ruggenti anni Venti” - perfettamente en pendant con le note dell’opera buffa, caratterizzata da equivoci, cliché e valzer - , quando la voglia di divertirsi tra lusso, trasgressione e sensualismo, non senza un pizzico di irriverenza, cercava di esorcizzare il ricordo ancora troppo vicino degli orrori della guerra, parentesi illusoria prima del crollo del ’29.

La magistrale esecuzione dell’orchestra Regionale Filarmonica Veneta diretta dal maestro Giancarlo Andretta, con il coro Iris Ensemble del maestro Marina Malavasi hanno accompagnato gli interpreti, sicuri sul palcoscenico nonostante la giovane età, vincitori del concorso Toti Dal Monte (Adolfo Corrado, Giulia Mazzola, Matteo Guerzé), insieme al tenore Matteo Macchioni (in sostituzione di Matteo Roma indisposto) e Antonio Feltracco, che hanno incantato il pubblico. Raffinate e molto apprezzate le video proiezioni degli sfondi scenografici, insieme agli eleganti costumi di Stefano Nicolao. Oggi pomeriggio la replica.