VOCE
CASO ONICHINI
22.12.2021 - 14:34
Non c'era nessun pericolo per lui o per la sua famiglia. Il ladro stava scappando, quando è stato colpito. Sono questi i due punti cardinali delle motivazioni della sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha condannato, lo scorso settembre, a 4 anni e 11 mesi Walter Onichini, il macellaio 41enne di Legnaro, nel Padovano, accusato di avere sparato e ferito un ladro, per poi portarlo in campagna e abbandonarlo qui. Un caso che ha fatto discutere tutta Italia.
I fatti al centro della vicenda risalgono al 22 luglio del 2013, quando un gruppo di ladri sarebbe penetrato nell'abitazione dei coniugi, rubando denaro dai portafogli per poi cercare di portare via l'auto, posteggiata in giardino. E' a questo punto che Onichini avrebbe fatto fuoco, a suo dire per mettere in fuga i ladri, secondo l'accusa, invece, per colpire.
Il punto fondamentale delle motivazioni è il fatto che, ad avviso dei giudici, al momento dello sparo, non c'era alcuna minaccia per l'esercente o per la sua famiglia. Anche alla luce della nuova legge sulla legittima difesa, quindi, non vi erano elementi che giustificassero il fatto di aprire il fuoco.
Walter Onichini e la sua famiglia non sono mai stati in pericolo, quando lui ha sparato al ladro questi stava fuggendo e la nuova legge sulla legittima difesa non giustifica qualsiasi tipo di aggressione sproporzionata all'estraneo che si presenta in casa o nella proprietà altrui. Sono questi, in sintesi, gli elementi sulla base dei quali la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del macellaio di Legnaro che il 22 luglio del 2013 sparò al ladro che stava scappando da casa sua, ferendolo gravemente. Onichini (difeso dall'avvocato Ernesto De Toni) è stato condannato a 4 anni e undici mesi, la sentenza è diventata definitiva lo scorso settembre, con il rigetto da parte della Suprema Corte: ora sono state pubblicate le motivazioni di quella decisione.
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