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CORONAVIRUS IN POLESINE

La variante Omicron è già qui: primi casi

Nella nostra provincia ne sono stati sequenziati tre

Coronavirus, sesto contagiato a Cavarzere

La variante Omicron è arrivata anche in Polesine, e vista la capacità che ha di replicarsi, è facile prevedere che presto farà sentire il proprio “peso”. Lo ha spiegato la dottoressa Antonia Ricci dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, che alla vigilia di Natale ha eseguito un sequenziamento su 205 tamponi trovando 18 varianti Omicron, quindi l’8,2% del totale.

“Nello specifico ne abbiamo individuato 3 a Rovigo, 6 a Verona, 2 a Treviso, 2 a Belluno, 1 a Vicenza e 4 a Venezia. La percentuale di Omicron è dunque ancora bassa ma viste le caratteristiche del virus, è destinata a crescere”.

L’annuncio ha fatto da “apripista” alla conferenza stampa del governatore Luca Zaia, che non ha mancato di rimarcare come la situazione rischi - anche se per il momento non ci sono certezze - di trascinare il Veneto in zona arancione. Tutto dipenderà dai prossimi 15 giorni, “visto che gli effetti delle feste di Natale si vedranno a cavallo del 5 di gennaio. Ad oggi, con l’incidenza al 6,10 e le Terapie intensive occupato oramai al 17% (quando il tetto è fissato al 20%), quello ci tiene ancora agganciati alla Zona gialla è solo il numero dei ricoveri in Area medica, che è foermo al 17% (con un tetto per il passaggio in arancione fissato al 30%). Ma è evidente che se continueremo ad aumentare di 50 pazienti ricoverati al giorno...”.

Da qui l’invito sempre più pressante: “Cercate di proteggervi! Che senso ha continuare ad andare in giro senza mettere la mascherina? E fastidiosa? C’è di peggio... Non nascondo che siamo molto preoccupati per gli effetti delle festività. E l’unico dato che ci fa ben sperare è che 1,5 milioni di veneti hanno già ricevuto al terza dose e dunque sono più protetti...”.

Poi Zaia ha rimarcato quello che va dicendo da alcune settimane: “Dobbiamo metterci in testa di proteggersi, perché l'89% dei ricoverati in terapia intensiva e il 50% di quelli in area medica è non vaccinato o non ha ancora fatto la terza dose. Se avessimo tutti la terza dose, non avremmo questi tassi di ricovero. Ci sono solo due pazienti che hanno fatto la terza dose, ma l'avevano fatta solo da due giorni. Bisogna rendersi conto che senza vaccini staremmo vivendo una tragedia immane. Senza i vaccini saremmo chiusi e con una mortalità altissima, maggiore dello scorso anno. Oggi abbiamo più contagi ma un terzo di ricoverati e una mortalità molto bassa, rispetto a un anno fa”.

L’invito, anche ai vaccinati, è di non abbassare la guardia: “Lo dico in vista dell'ultimo dell'anno, le cui conseguenze le vedremo dopo il 10 gennaio. Le regole: avete raffreddore, diarrea, non sentite più bene gli odori? State a casa e fate il tampone (in farmacia o compratelo). E proteggetevi con la mascherina sempre, anche all'esterno”. A a proposito di farmacie, è arrivata la richiesta “perché in questo momento tengano aperto la domenica solo per i tamponi, tanto si fanno all'esterno, anche dal mattino presto, per coloro che poi vanno a pranzo con amici o parenti. Lo so che mi attirerà addosso tante critiche, ma mi sento in dovere di proporlo... I tamponi ci sono, questo non è un problema. Non c’è e non ci sarà un’emergenza per l’approvvigionamento”.

La stoccata finale è tutta per i no vax, che anche negli ultimi giorni non hanno mancato di utilizzare i social per insultarlo. “Gli insulti non mi interessano... Però mi piacerebbe dire loro di provare ad andare a fare i no vax nel Stati Uniti. Là le cure le paghi, e le assicurazioni senza vaccino non ti coprono più. Vediamo... Io sono sono per le cure universali, per il nostro sistema che garantisce vaccinati e no vax alla stessa maniera. Ma attenzione a tirare troppo la corda... anche perché così si ledono i diritti di chi deve essere curato per altre patologie... Non si muore solo di Covid, ma anche di altro. E io sono preoccupato perché oggi facciamo fatica a curare i veneti...”.

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