VOCE
L’ANNO CHE VERRA’
30.12.2021 - 18:50
Covid: “Controlli serrati, ma sanzioni contenute”. Reati: “In calo, ma salgono i furti in abitazione”
Si è insediato quattro mesi fa in Polesine, il 9 agosto, ma lo ha già girato in lungo (più che in largo, vista la conformazione della provincia) e del territorio ha un’idea ben precisa. “Una terra che presenta grandi segnali di sviluppo e di crescita, che probabilmente dovrebbe narrarsi meglio”. Il prefetto Clemente Di Nuzzo argomenta in modo impeccabile questa opinione che si è fatto della provincia di Rovigo, e sottolinea: “Di regioni per il mio lavoro ne ho girate, fidatevi di un punto di vista che può sembrare esterno”.
Come l’ha accolta questa terra stretta e lunga, abbracciata da due importanti fiumi?
“Ho subito colto nel Polesine un grande senso di coesione istituzionale testimoniato dal rapporto con gli amministratori locali che si è subito improntato a una valida collaborazione su tematiche di interesse comune. La prefettura, in quanto rappresentante del governo e dello stato nel territorio, ha una sua missione istituzionale, che è quella di garantire il massimo supporto alle istituzioni locali soprattutto in situazioni complesse da affrontare, e in effetti stiamo già lavorando su più fronti”.
Ecco, signor prefetto, quali sono i fronti più caldi in questo momento in via Celio?
“Abbiamo aperto un tavolo permanente sulle Rsa per gli anziani e stiamo lavorando d’intesa su più livelli sugli obiettivi prioritari in questa fase. Un tema fondamentale è la sicurezza sul lavoro. Occorre che l’attività produttiva garantisca sicurezza e dignità dei lavoratori. Dunque stiamo lavorando a un protocollo d’intesa con tutti gli attori, organizzazioni datoriali e sindacali, per promuovere e stimolare la sicurezza sui luoghi di lavoro, anche mediante iniziative di formazione sul tema. Sul fronte del lavoro e sicurezza, inoltre c’è attenzione alla lotta al caporalato, che sicuramente non assume le caratteristiche dell’Italia meridionale, in Polesine, ma va tenuto sotto controllo e contrastato adeguatamente. In questo senso ho dato indicazioni specifiche ai carabinieri, che hanno una presenza molto capillare nel territorio e un nucleo specializzato, visto che il caporalato in varie forme è presente negli ambienti rurali. Ho raccolto inoltre il lavoro del mio predecessore, sul protocollo che riguarda la violenza di genere, che abbiamo siglato qualche settimana fa. Una delle forme più inaccettabili di illegalità è la violenza contro le donne”.
Tra le Rsa, in particolar modo è l’Iras che da anni sta soffrendo una situazione di stallo e incertezza economica. A che punto siamo su quel fronte?
“Iras è una tematica molto complessa. Sicuramente c’è una questione attinente a gli equilibri economici. E occorre lavorare per fare in modo che questo importante presidio territoriale possa lavorare in un contesto anche finanziario più stabile. Il management sta lavorando molto bene alla ristrutturazione. Il tavolo prefettizio segue con attenzione tale impegno, ovviamente nel rispetto dei ruoli altrui, offrendo il suo supporto per trovare le soluzioni piu’opportune per dare garanzie ai lavoratori e alle famiglie interessate”.
Il Polesine, in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, potrebbe essere oggetto di speculazioni e di infiltrazioni di tipo mafioso?
“L’attenzione al fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata è sempre alta. Le forze di polizia sono invitate a fare un assiduo lavoro di intelligence sul territorio, nelle zone periferiche, soprattutto. Per cogliere segnali che possano essere collegabili a cosiddetti colletti bianchi, emissari… C’è sicuramente un pericolo, non ci sono segnali specifici di radicamento, ma l’attenzione, ripeto, è molto elevata”.
Il Covid non ci abbandona, tra varianti, terze dosi, picchi di contagi e voglia di normalità. Come stanno andando i controlli?
“Da quando è iniziata l’emergenza pandemica le prefetture sono state incaricate su specifica indicazione del governo e con atto normativo (il decreto Legge 72) di pianificare in modo dettagliato le attività di controllo sul green pass in forma base o rafforzata. Dal 6 dicembre al 29 dicembre sono state controllate in Polesine 11336 persone e sanzionate 56 per il mancato possesso del green pass e 43 per la mancanza dei dispositivi di protezione. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, nello stesso periodo abbiamo controllato 1.901 esercizi, sanzionato 36 titolari e chiuso provvisoriamente due attività. Il numero delle persone sanzionate è dunque contenuto e abbiamo riscontrato anche una forte collaborazione. Temevamo resistenza nei controlli sugli autobus, ma non ci sono stati episodi, né sanzionati”.
Un rapido bilancio sui reati? Con il lockdown erano precipitati quelli legati al patrimonio, i furti in casa, per ovvi motivi. Adesso?
“Faccio un confronto con il 2018. Rispetto a quell’anno riscontriamo un calo del 5 per cento del totale dei reati. Se andiamo ad alcune tipologie, i reati che destano maggiore allarme sociale, odiosi per le persone, come i furti, che determinano anche conseguenze economiche per le persone, rispetto al 2018 c’è una diminuzione molto significativa, pari al 30%. Ma i furti in abitazione sono in controtendenza e aumentano dell’11%. Questa cosa non ci piace, perché sono reati che colpiscono di più le persone anziane e gli abitanti delle zone periferiche. Quindi ho chiesto un controllo maggiore del territorio ed invitiamo gli abitanti a prendere sempre delle cautele, ad evitare certe disattenzioni. Ho inviato una lettera a tutti i sindaci chiedendo una collaborazione per Sensibilizzare le fasce più deboli della popolazione anche mediante occasioni di incontro. anche in questo campo e’ importante un costante dialogo e interlocuzione con gli enti locali”.
Si riscontra una carenza di personale nelle forze di polizia?
“Dovendo svolgere controlli anche in ambito Covid, dove siamo stati chiamati ad essere ‘capillari’ aumentano gli obiettivi e i carichi di lavoro. La carenza degli organici e’ un tema nazionale. sul territorio, d’intesa con i vertici provinciali delle forze di polizia, si deve puntare alla razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse disponibili”.
Che fine ha fatto il progetto Polesine Sicuro, sulla videosorveglianza?
“Ecco, su questo progetto, che si era arenato in rivoli burocratici abbiamo speso molte energie e presto 15 comuni della provincia di Rovigo avranno la possibilità di godere di videosorveglianza ai varchi di accesso al territorio altamente tecnologica e in rete tra loro. In questo modo si riuscirà a intercettare chi entra ed esce dal territorio provinciale. Sottolineo che si tratta di un importante progetto di sicurezza integrata tra lo Stato e la Regione Veneto”.
E’ qui da quattro mesi, ma è già nel pieno del lavoro. Cosa osserva dell’economia polesana?
“Ecco questa domanda mi piace, perché contrariamente a quello che mi prospettavano, vedo una provincia con grandi segnali di sviluppo e di crescita. Faccio qualche esempio: il distretto della giostra, un’azienda importantissima nel settore dei mezzi agricoli, un’altra industria di componenti meccanici di precisione che rifornisce grandi case automobilistiche, due cantieri navali di rilievo internazionale, tante realtà nel settore della logistica. Un ulteriore sviluppo si attende quando andrà in porto la Zls. Per non parlare dell’agricoltura, che va riconvertendosi su forme di produzione più tecnologiche. Il settore della pesca è ragguardevole per volumi di pescato, che riforniscono mercati ittici nazionali e internazionali. Una provincia che merita di essere narrata e comunicata adeguatamente, questo sì. Non come provincia statica, ma dinamica. Ho avuto modo di girare diverse province d’Italia per lavoro e sono abituato a cogliere certi particolari. Inoltre ho occhi, diciamo non assuefatti. Questi segnali importanti vanno comunicati, vanno resi noti. Rovigo è baricentrica rispetto ad importanti realtà produttive”.
Un’iniezione di ottimismo, prefetto Di Nuzzo…
“Già, voglio sottolineare che mi è piaciuto molto il modo in cui è stato commemorato il 70esimo anniversario dall’alluvione. Una commemorazione proiettata nel futuro, che ha testimoniato la grande capacità del Polesine di risollevarsi e di ritrovare tutte le proprie migliori capacità per contribuire allo sviluppo di questa terra. Terra in cui, noto grandi investimenti degli enti locali e della Fondazione Cariparo e del Cur sull’università e sui Conservatori. In particolare mi riferisco all’attivazione dell’ultimo corso universitario magistrale sul rischio idrico e geologico, cosi’ come all’azione di promozione culturale svolta dall’Accademia dei Concordi”.
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