VOCE
CORONAVIRUS IN VENETO
03.01.2022 - 19:11
La variante Omicron preoccupa anche se più leggera: “L’80% dei ricoverati è senza vaccino”
“Mandare in dad i bambini non vaccinati?”. Il governatore Luca Zaia, che è intervenuto ieri mattina alla consueta conferenza stampa di aggiornamento sulla pandemia in Veneto, ieri, non è d’accordo, perché “è discriminatorio”, mentre sull’aumento dei contagi rassicura: “Almeno per altre due settimane non andremo in zona arancione, ricoveriamo per l’80% non vaccinati”.
Oltre 22 milioni di tamponi eseguiti in Veneto da inizio pandemia, “siamo quelli che ne fanno di più in Italia - ha dichiarato il governatore e 6.468 positivi nelle ultime 24 ore, incidenza al 13%”. Sono 111.589 gli attuali positivi mentre da inizio pandemia i Veneti che hanno contratto il Coronavirus sono stati oltre 670mila.
Il bollettino diramato ieri parla di 1.516, (più 50 rispetto al giorno precedente), dei quali 200 in terapia intensiva. E purtroppo nove i decessi tra il 2 e il 3 gennaio.
Ma, appunto, Luca Zaia rassicura: “Per almeno due settimane non andremo in zona arancione. Stiamo ricoverando solo non vaccinati, almeno l'80%. E i non vaccinati sono il 12.5% dei veneti. Grazie ai sanitari che hanno lavorato in questi giorni di feste”.
Zaia ha sottolineato che i sanitari sono stremati, e per questo ha precisato: “La variante Omicron non è da sottovalutare: le ospedalizzazioni ci preoccupano anche se sembra più leggera, perché su grandi numeri ce ne sono di più che vanno in ospedale. I vaccini finora non azzerano i contati, ma riducono la possibilità di dover ricorrere alle cure ospedaliere”.
Dunque ha raccomandato: “Continuate a portare le mascherine, che sono obbligatorie anche all'aperto. Per quanto possibile un tampone prima di pranzi o cene è sempre utile”.
Ma sulla discussione che in queste ore sta tenendo banco tra regioni e governo, ovvero se mandare in dad i bambini non vaccinati, il governatore è stato chiaro: “Non sono d’accordo, sarebbe discriminatorio. Stiamo lavorando sulle scuole: non possiamo fare i tamponi fai-da-te come in Inghilterra, perché da noi sono visti male. Non escludiamo di fare delle proposte innovative: faremo delle proposte sulla durata delle quarantene per la presenza a scuola. Ma sono proposte che dobbiamo prima presentare a un tavolo nazionale”.
Ieri il responsabile dei Servizi Igiene pubblica in Veneto Francesca Russo è stata richiamata dalle ferie (lo ha sottolineato Zaia ringraziandola), per spiegare le nuove regole per le quarantene, che sono abbastanza complesse e declinate caso per caso.
“Il virus ora è più contagioso ma si risolve in cinque giorni - ha osservato Russo - Abbiamo chiesto al Governo di poter usare anche le farmacie per i tamponi ai contatti e stiamo attendendo una risposta, dovrebbe arrivare l'ok per i contatti”.
Queste le nuove regole: un positivo vaccinato con dose booster (o da meno di 4 mesi) può terminare l'isolamento a 7 giorni se negli ultimi 3 è asintomatico; per chi ha avuto un contatto con un positivo, quarantena di 10 giorni per i non vaccinati e test alla fine. Sempre se contatto stretto, quarantena di 5 giorni per chi ha fatto il vaccino da più di 4 mesi e test alla fine. Invece niente quarantena ma autosorveglianza per cinque giorni con obbligo di ffp2 ovunque per chi ha fatto la dose booster o la seconda da meno di 4 mesi o è guarito da meno di 120 giorni. Se avverte sintomi deve avvisare il medico e fare un tampone.
Gli operatori sanitari con contatti extralavoro possono tornare al lavoro ma devono fare un tampone al giorno nei primi 5 giorni.
«Viene riconosciuta la protezione data dal vaccino, non come premio ma come misura di tutela personale”.
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