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CA’ EMO

Il dramma nei ricordi degli alluvionati

Nelle attività annuali della Biblioteca di Ca' Emo resteranno le toccanti testimonianze di chi ha vissuto la tragedia del 1951

Il dramma nei ricordi degli alluvionati

Il 2021 è destinato a lasciare il segno nella storia della biblioteca frazionale di Ca’ Emo portata avanti con grande impegno, professionalità, ma soprattutto, con tanta passione da Giosuè Paggioro. Il momento culminante delle attività è stato l’anniversario del 70° dell’alluvione che ha visto Ca’ Emo protagonista nelle manifestazioni che sono state organizzate nel territorio comunale. Tre gli eventi principali: la mostra fotografico/documentaria nell’ex scuola, il ricordo di Benito Cassetta con il concerto del coro Soldanella nella chiesa di Fasana, quindi la giornata dei ricordi nel centro parrocchiale don Tinello. Le manifestazioni hanno avuto pieno sostegno del parroco don Lucio Pollini e sono state organizzate in stretta collaborazione con l’unità pastorale Botti Barbarighe, Ca’ Emo e Fasana.

Terzo ed ultimo appuntamento di questa importante ricorrenza - si legge nel bollettino della biblioteca frazionale - si è svolto nel Centro parrocchiale don Giuseppe Tinello ed è stato dedicato ai ricordi dei nostri compaesani più anziani che vissero quei giorni di paura e dolore. Monica Stefani ha brillantemente condotto e coordinato gli interventi di alcuni anziani che aveva incontrato nelle settimane precedenti”. Sono intervenuti: Teresa Dal Passo, Guglielmina Marangoni, Luciana Barchi, Severino Callegari e Dino Paio di Ca’ Emo, quindi Sergio Pilotto e Antonio Crepaldi di Fasana. La manifestazione è iniziata con la proiezione di filmati d’epoca. Monica Stefani ha ricordato che “in quel novembre del 1951 si ruppe un delicato equilibrio e l’acqua cattiva non si lasciò governare: pertanto è giusto ricordare questo 70° anniversario perché è il ricordo della storia recente che dà la misura del presente di una comunità. In questa cornice collettiva ci sono tante storie individuali da recuperare attraverso la testimonianza di coloro che allora erano giovani e che uscivano da un’altra grande tragedia: la Seconda Guerra Mondiale. E i racconti dei nostri amici - sottolinea Monica Stefani - sono stati davvero emozionanti ed hanno ripercorso, talvolta anche con ironia, quei momenti drammatici: il suono dell’acqua, la paura, la fuga disperata e spesso disorganizzata, lo sfollamento in paesi e città lontani spesso separati dalla famiglia, il ritorno con tanti problemi da affrontare”.

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