VOCE
VERSO L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE
16.01.2022 - 08:01
Nel 2006 votò per il compagno di partito Giorgio Napolitano: “Uomo di grande spessore”
“Bianca... bianca... bianca...”. Fabio Baratella ricorda ancora l’infinita litania di quelle schede in bianco, che in realtà lanciavano messaggi politici chiarissimi per chi aveva le lenti adatte a leggerli, che accompagnava le elezioni per il Quirinale ai tempi della Prima Repubblica. “Ero un bambino, ma in casa mia, come in molte case, si respirava politica, e in quei momenti ci si attaccava alla tv che trasmetteva lo spoglio in diretta”.
Quel bambino, diventato grande e sindaco di Rovigo, poi, un’elezione presidenziale l’ha vissuta da protagonista: era il 2006, e lui era appena approdato al Senato dopo cinque anni passati alla Camera dei deputati.
Baratella, neanche da chiedere: votò il suo compagno di partito Giorgio Napolitano.
“Ma certo. Ricordo, quando eravamo entrambi parlamentari dei Ds, che partecipai a una festa per il suo compleanno, sulla terrazza di un albergo di Roma”.
Lo conosce bene?
“In realtà scambiammo poche parole, era una figura molto importante: già presidente della Camera e ministro dell’Interno, era una persona di primo piano, anche per gli avversari. Un uomo di grande spessore, molto più di quanto si creda: uno che non ha mai agito per convenienza, ma per spirito di servizio. Davvero una bella persona, non a caso è stato, fin qui, l’unico rieletto al Colle. Accettò, seppur controvoglia, in un momento molto difficile per la Repubblica”.
In quel 2006, alle prime tre “chiame” prese qualche decina di voti un altro esponente Ds: Massimo D’Alema. Lo votò?
“Beh, succede sempre che si mandi avanti qualcuno. Anche D’Alema in quella circostanza dimostrò spirito di servizio: sapeva che non sarebbe andato da nessuna parte. Il nome vero su cui si punta viene sempre fuori dopo”.
Sarà così anche questa volta?
“Sì, certamente sì”.
E i nomi già in campo? Uno su tutti: Silvio Berlusconi.
“Credo che la sua elezione sia un’ipotesi lontana anche rispetto al sentire degli italiani. Nel bene e nel male, è un personaggio molto di parte e anche molto discusso. Sento amici, di centrodestra, che non sarebbero certo contentissimi di ritrovarselo al Quirinale. E’ un nome di bandiera, che serve per portare poi a casa un altro risultato”.
L'intervista completa sul quotidiano "La Voce di Rovigo" di oggi 16 gennaio
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