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Badia Polesine

Il preside: “Settimana terribile”

Lo sfogo di Amos Golinelli dirigente scolastico dell'istituto Primo Levi. Non usa mezzi termini: “Bisogna immaginare la vita vera in un istituto prima di decidere”

Il preside: “Settimana terribile”

Lo sfogo di Amos Golinelli dirigente scolastico dell'istituto Primo Levi sembra quello di tutto il mondo scolastico polesano: “Sarebbe opportuno si cercasse di immaginare la vita vera in un istituto scolastico prima di prendere decisioni”. Golinelli commenta la difficile ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia, caratterizzata da assenze di alunni e personale scolastico e dalla conseguente necessità di riorganizzare le attività. “Quella trascorsa è stata una settimana terribile – afferma il dirigente scolastico del Primo Levi Amos Golinelli – e continua ad essere quasi eroica l’impresa di riuscire a organizzare il servizio in modo soddisfacente in queste condizioni”. “Le lezioni sono riprese lunedì 10 gennaio, dopo la sospensione natalizia e fin dalla prima ora ci sono state delle grandi difficoltà a cui far fronte - riflettono dalla scuola superiore - i docenti sono ormai quasi tutti vaccinati, ma diversi sono in isolamento a causa di familiari positivi o in quarantena; famiglie che già dal fine settimana precedente, dopo la pubblicazione del Decreto del 7 gennaio, hanno iniziato a mandare email alla segreteria della scuola per l’attivazione della Dad; alunni che dichiarano di stare poco bene…”.

“Pur rispettando le scelte dei legislatori non si può sottovalutare la difficoltà a gestire una situazione che prevede l’incastro di più soggetti per funzionare in modo ottimale – prosegue il dirigente - la scuola non agisce da sola, ma deve interagire con il Sisp, anch’esso ormai al collasso, con i medici di famiglia o pediatri, famiglie. Senza contare la difficoltà di comprendere quanto previsto dalla normativa stessa: un positivo, più di due, auto – osservazione, mascherine ffp2, ciclo primario di vaccinazione concluso da meno di 120 giorni…”. Un altro aspetto difficile è la gestione dei dati sensibili degli alunni, che non hanno l’obbligo vaccinale e la cui situazione in merito deve essere considerata con tutte le cautele. “Nella settimana appena conclusa, in ottemperanza alla norma vigente, già due classi hanno dovuto abbandonare la sede scolastica, perché in presenza di più di due positivi e in assenza dei requisiti in merito al ciclo vaccinale. Non è semplice eseguire procedure di questo tipo, perché significa creare un disservizio che poi ricade chiaramente anche sulle famiglie”.

L’attività scolastica, stando a quanto fatto sapere dall'istituto, “in presenza si svolge normalmente solo se non si entra in una classe: ci sono alunni in aula, altri a casa, materiali didattici da condividere durante l’attività; docenti e alunni costretti a parlare ore e ore dentro le mascherine ffp2 che intanto devono procurarsi in modo autonomo”.

“Non è compito mio dire ai ministri cosa devono fare, ma sarebbe opportuno si cercasse di immaginare la vita vera in un istituto scolastico prima di prendere decisioni di questo tipo.

La segreteria, anch’essa decimata, oltre a preoccuparsi della normale amministrazione degli atti che una scuola ha già di per se stessa, in questi giorni deve rispondere alle famiglie, protocollare email di richiesta di attivazione di Dad, occuparsi degli esiti di tamponi, comunicare ai docenti i nominativi degli studenti per cui attivare o interrompere la Dad. Senza contare, che in tutto questo c’è anche chi tenta di infilarsi nelle maglie di questa rete già complicata da gestire: c’è chi sta a casa e non comunica il motivo, chi viene a scuola con i sintomi e deve quindi essere gestito da noi finché non arriva un familiare”.

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