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Dopolavoro, malinconico declino

A Bottrighe il degrado. Marangoni: “Poteva diventare una struttura turistica, purtroppo non si è fatto niente”

Dopolavoro, malinconico declino

Roberto Marangoni: “Poteva diventare un’importante struttura turistica, purtroppo non si è fatto niente”

Era il Dopolavoro dello zuccherificio, uno dei luoghi simbolo di Bottrighe di lotte sindacali e di svago che hanno segnato la Belle epoque del paese rivierasco fino ai primi anni Ottanta. Oggi è in qualche modo la metafora del declino economico e sociale e mestamente staziona all’angolo tra via Dante Alighieri e Risorgimento.

“Venne inaugurato nel 1935 - ricorda Roberto Marangoni - e per oltre mezzo secolo fu accogliente luogo ricreativo con momenti di autentica aggregazione. Prima del Secondo conflitto mondiale, oltre alla florida compagnia filodrammatica locale, vi furono rappresentazioni del noto ‘Teatro Veneto’ di Tonino Micheluzzi. Poi le famose veglie danzanti come la ‘Festa dello zucchero’, quella dello sport, quindi ‘la Tuba’ e ‘Una notte in Finlandia’ con stupende coreografie e note orchestre. Nell’immediato Dopoguerra - prosegue - si susseguirono spettacoli musicali, anche con gruppi locali, famosa fu la ‘Festa dei coscritti 1914’ con un complesso al quale partecipava un giovane Nello Santi. Via via ripreso diversi spettacoli, feste danzanti, serate liriche, rappresentazioni di commedie e operette, spesso scritte e musicate dagli indimenticabili Vito Rossati e Danilo Venturi, sino alle rassegne del coro Eco del fiume organizzate dal Gruppo sportivo Bottrighe”.

Si arriva al malinconico tramonto. “Dopo la chiusura del Dopolavoro - sottolinea Marangoni - l’edificio passò in mani private e si accese un dibattito sulla futura destinazione. Sembrava, inizialmente, dovesse trasformarsi in residenza sanitaria per anziani. Nel 2005 l’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Gino Sandro Spinello, attraverso la commissione urbanistica e territorio presieduta da Giuliano Saglia, consigliere comunale e delegato del sindaco per Bottrighe, approvò una seconda variante che trasformava l’area in turistico-ricettiva. Potevano essere così realizzati fabbricati ad uso abitativo per complessivi quattromila metri cubi da sfruttare secondo le apposite normative tecniche e con il recupero del vecchio stabile del Dopolavoro, al quale era stato concesso anche un ampliamento di cento metri cubi, si sarebbero sviluppate attività ricettive e di ristorazione. Con questo parere favorevole e con l’avvenuta approvazione regionale, il proprietario dell’ex Dopolavoro, poteva procedere con i lavori di riqualificazione di quest’area, da troppo tempo abbandonata. Per il Comune era una precisa volontà di ridare immagine e decoro all’ingresso del paese, considerato in posizione idonea anche per il flusso turistico che arriva dalla provinciale Eridania, tra le porte d’ingresso nell’area del Delta. Ma non ci fu più alcun seguito”.

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