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ROVIGO

"Contagi in carcere: mancano le mascherine"

Polizia penitenziaria e consigliera regionale Laura Cestari lanciano l'allarme

"Contagi in carcere: mancano le mascherine"

“In carcere mancano le mascherine Ffp2 e i contagi corrono”. Dopo l’allerta nazionale lanciata alcuni giorni fa sulle colonne de Il Sole 24 ore da Uilpa Polizia Penitenziaria, la consigliera regionale della Lega Laura Cestari interviene raccogliendo l’appello che arriva da Massimo Zanetti, segretario regionale del sindacato.

“La fotografia che arriva dalle varie strutture in Veneto - spiega, citando lo stesso Zanetti che parla non a caso di ‘grido d’allarme generalizzato’ - non pare invertire ma anzi confermare questo trend. In pratica, la dotazione di dispositivi di protezione individuali idonei, cioè le mascherine Ffp2 in uso al personale addetto alla sorveglianza, sarebbe pari a zero con gli agenti costretti a comprarsele. Vero è che il generale Figliuolo il 10 gennaio scorso ha annunciato l’arrivo di 6mila pezzi, ma a livello nazionale appare davvero poca cosa”.

La Cestari si associa a Zanetti anche rispetto ad un altro argomento piuttosto caldo, quello delle vaccinazioni: “Il personale è già sottoposto a obbligo ma per i detenuti la regola non vale, o quanto meno solo per gli over 50, che sappiamo bene rappresentare solo una minima parte della popolazione carceraria. Gli ultimi dati che arrivano da Rovigo e che risalgono a inizio settimana scorsa, rilevavano zero contagi tra i detenuti e 6 positività invece tra il personale, cinque agenti e un funzionario, ma al di là del mero computo la situazione in generale non può rassicurare, basta davvero un nulla e rischia di sfuggire di mano col rischio di focolai ben più estesi”.

Dalla consigliera del Carroccio arriva un’ulteriore spunto di riflessione. “Un’estensione del contagio - prosegue - metterebbe a rischio il numero degli addetti in servizio, già sotto organico, che andrebbe ulteriormente a ridursi causa quarantene: ecco perché la battaglia per le mascherine è una battaglia di tutti e va combattuta con forza e decisione, sia per tutelare gli operatori nell’esercizio del loro servizio, che non possono diventare veicolo inconsapevole del virus, che per assicurare una condizione di dignità ai detenuti, diritto che non può né deve venir mai meno in un Paese civile come il nostro”.
 
Già chiamata ad illustrare in aula a Palazzo Ferro Fini la relazione triennale sull’attività del Garante regionale dei diritti alla persona, la consigliera ribadisce quindi la sua attenzione particolare al mondo delle carceri, come confermato anche in occasione della visita alla casa circondariale di Rovigo della scorsa estate alla quale era presente anche il Garante provinciale.

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