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OCCHIOBELLO

Il sindaco querela per diffamazione

In un commento sui social sulla Tari un utente ha definito le azioni della giunta “mafia legalizzata”

Il sindaco querela per diffamazione

OCCHIOBELLO - Il sindaco querela un suo concittadino. Un cittadino occhiobellese, riferendosi all’aumento della quarta bolletta della Tari, definisce le azioni dell’amministrazione rivierasca “mafia legalizzata” e il sindaco risponde con una querela. Ad annunciare il provvedimento è lo stesso sindaco Sondra Coizzi che, attraverso un comunicato, spiega le motivazioni e da notizia delle decioni prese. “Abbiamo incaricato, con una delibera di giunta, un legale per la predisposizione di una querela per diffamazione aggravata – scrive il sindaco Coizzi - Sui social è comparso il 25 novembre scorso un commento lesivo della reputazione di questa amministrazione, le cui azioni sono state definite ‘mafia legalizzata’. Il contesto era a proposito del costo della tassa rifiuti, il cui calcolo, tra l’altro, non compete nemmeno al Comune, ma al gestore del servizio".

"Le parole usate, peraltro espresse in quella piazza virtuale, sono chiaramente diffamanti – si chiude il comunicato - Nessuno mette in dubbio il diritto di critica e di libera espressione, ma ci deve essere un limite tra questa e l’offesa in danno all'immagine di un'istituzione e dell’amministrazione che la governa”. Sentita sulla questione, il sindaco Coizzi rincara la dose. “Abbiamo già dato mandato ad un legale che a giorni notificherà l’atto giudiziario – spiega – E’ ora di finirla di utilizzare i social come sfogatoio per le proprie insoddisfazioni che possono tranquillamente trovare risposte e chiarimenti ponendo quesiti in modo corretto agli uffici preposti. Bastava chiedere per veder sanato ogni dubbio – continua ancora il primo cittadino – Si poteva chiedere evitando ingiurie e offese rivolte a gente che lavora”.

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