VOCE
CORONAVIRUS IN POLESINE
04.02.2022 - 10:03
“Mancano indicazioni precise sulla gestione del mio caso, spero che qualcuno intervenga”
Accessi alle attività negati o contestati, lunghi iter burocratici per riuscire a chiarire la propria posizione. E’ questa l’odissea quotidiana di una rodigina che ha formalmente ottenuto l’esenzione dalla terza dose del vaccino, ma che ancora si trova in difficoltà ad accedere ad alcuni servizi a causa della mancanza di un protocollo e, sopratutto, di informazione.
“Premetto che sono stata vaccinata con entrambe le dosi - racconta E. G, 40 anni - se al momento non ho potuto fare la terza dose è esclusivamente per motivi sanitari riconosciuti dal mio medico”. Dopo un confronto, il professionista ha sconsigliato alla donna di effettuare la terza dose di vaccino, perché avrebbe potuto andare in contrasto con alcune cure in atto.
“Con la documentazione fornita dal mio medico ho mandato quindi la richiesta di esenzione al Sisp che inizialmente me l’ha contestata perché, secondo loro, i benefici del vaccino superavano gli aspetti negativi. Mi hanno invece invitato ad effettuare il booster - racconta - sono quindi andata al centro vaccinale per fare questo richiamo, ma mi sono presentata con i moduli in bianco perché era mia intenzione firmare solo nel caso in cui il medico vaccinatore, dopo aver valutato la mia situazione, mi avesse detto che effettivamente potevo farlo. Il medico ovviamente mi ha risposto che sulla base di quanto dichiarato e sulla base della documentazione fornita non avrebbe potuto farmi il vaccino, ma che potevo comunque farlo assumendomi i rischi che esso comportava. Ovviamente ho rifiutato e sono tornata al Sisp”.
Dopo un lungo dialogo la donna è riuscita finalmente ad avere l’esenzione che ora viene rinnovata di mese in mese. “Il problema nasce dal documento in mio possesso, che riporta la data di quando ho fatto richiesta, ed il termine di validità al 31 dicembre scorso - racconta - grazie ad una circolare del governo l’esenzione è stata prorogata ma il certificato è sempre quello. Quando vado ad esibirlo nelle attività, chi controlla mi contesta il fatto che sia scaduto. Il documento invece è valido ma non ho modo di provarlo se non esibendo questa circolare relativa alla proroga e spiegando nel dettaglio in cosa consiste”.
La conseguenza di questo problema è l’evidente imbarazzo dei gestori delle attività che non sanno se possono farla accomodare, ma anche della donna stessa, che spesso si sente giudicata da coloro che assistono alle sue spiegazioni.
“Purtroppo manca un’informazione chiara e precisa sulla gestione di questo documento - specifica - da tempo giro con il certificato di esenzione e questa stampa della circolare, perché è l’unico modo di chiarire che l’esenzione mi da diritto ad accedere a quelle specifiche attività. Ma non sono solo gli esercenti a non comprendere come funziona, mi è successo di assistere ad un dialogo di una signora in un bar che consumava in piedi il suo caffè, convinta di non poterlo prendere seduta perché in possesso ‘solo’ di un’esenzione”.
La donna suggerisce che venga attivato quanto prima un protocollo che permetta agli esenti di accedere senza problemi a tutti gli esercizi che lo consentono. “E’ importante che le attività stesse vengano aggiornate sulle nuove disposizioni per evitare problemi ma soprattutto che questo certificato venga trasformato in formato digitale, come il Green pass, per permetterci di non dover spiegare tutto ogni volta. Ci sono persone come me che semplicemente hanno bisogno di attendere per fare il richiamo, è davvero imbarazzante ogni volta doversi spiegare, sotto gli occhi della gente che mi guarda come se fossi una poco di buono”, conclude amareggiata.
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