VOCE
PORTO TOLLE
04.02.2022 - 10:18
Ecco come erano state ridotte le mareggiate dal maltempo
Il cda del Consorzio Cooperative ha deciso di dichiarare lo stato di agitazione della categoria
“Sollecitare i lavori già appaltati, liquidare i contributi Acqua granda e risolvere la questione della Bocca sud del Porto Peschereccio di Pila. Inoltre, chiediamo la vivificazione delle lagune, i fondi per la ricostruzione della Sacca, le bocche interrate dei porti: sono solo alcune delle questioni di cui parlare e cui trovare una soluzione definitiva”.
Così Luigino Marchesini, presidente del Consorzio Pescatori del Polesine, il quale aggiunge che, come Consorzio, ritiene sia necessario intervenire quanto prima per salvare le professionalità che sono coinvolte nel mestiere della pesca, dopo l’invio di una lettera all’assessore regionale di riferimento per renderlo edotto circa i problemi che affliggono il settore.
Il presidente parte dalla vivificazione delle lagune: “Purtroppo siamo ancora lontani dalla media di produzione dei nostri specchi d’acqua nei tempi d’oro, quando si arrivava anche a produrre 80mila quintali di vongole. Nonostante gli interventi siano partiti per poi arenarsi ad agosto, dalla ripresa proseguono a singhiozzo. Ne abbiamo parlato nel cosiddetto Tavolo delle lagune convocato dalla Regione discutendo delle problematiche legate agli scavi in Sacca di Scardovari, nella laguna del Canarin e in quella del Barbamarco che vanno a rilento. Nonostante l’assessore regionale di competenza si sia messo a disposizione, la situazione non si smuove”.
L’altra questione riguarda i cosiddetti contributi “Acqua granda”, l’evento meteomarino che nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2019 ha spazzato via il 90% delle cavane della Sacca di Scardovari. “Sono passati più di due anni e i nostri pescatori stanno ancora aspettando che le cifre promesse siano liquidate. Eppure i capanni sono stati tutti ricostruiti con i proprietari che si sono addossati le spese e la stipula di mutui di cui stanno già pagando le rate, così come sono state presentate le rendicontazioni. C’è molta attesa perché sembrava fossero in arrivo, invece, non sappiamo quando ci sarà ancora da aspettare”. Un’ulteriore preoccupazione per il comparto ittico deltino è legato alla modifica dell’articolo 40 della Legge 154/2016 per contrastare il bracconaggio fluviale: “Questo emendamento mette a rischio i nostri pescatori professionisti che operano nelle acque interne. Abbiamo in programma un incontro con i relatori della 13ª commissione permanente dell’agricoltura alla camera dei deputati, dove la modifica è in discussione. Nel frattempo si sono mosse pure le associazioni di categoria per tentare di risolvere quella che sarebbe una palese ingiustizia nei confronti di chi svolge e potrebbe svolgere in futuro questa attività con serietà e professionalità”.
Quindi, il tema della Bocca sud del Barbamarco interrata. “C’è questa annosa questione che si trascina da tempo. Nei mesi scorsi il presidente della Regione Luca Zaia aveva scritto una lettera al Ministero delle Infrastrutture per chiedere di intervenire anche nell’ambito delle iniziative connesse al Piano ‘Next generation Eu’ per risolvere la tematica in modo permanente. Vorremmo essere aggiornati sulla questione ed essere coinvolti per comprendere cosa si possa fare. Vero che il clima al momento ci ha assistito, ma in caso di una mareggiata le imbarcazioni potrebbero riscontrare delle difficoltà ad uscire in mare”.
Per tutti questi motivi i presidenti delle 14 cooperative che fanno parte del Consorzio hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione della categoria: “Attendiamo delle risposte per i temi che sono stati messi sul tavolo, che seppur sviscerati e noti, non sono ancora stati risolti”.
Il consiglio di amministrazione del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, dopo essersi incontrato con i rappresentanti delle associazioni di categoria Legacoop Agroalimentare Pesca, FedAgriPesca e Coldiretti Impresa Pesca, ha deciso di dichiarare lo Stato di agitazione della categoria e chiedere urgentemente la convocazione di una unità di crisi agli enti preposti.
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