VOCE
Lendinara
05.02.2022 - 10:36
Fedeli riuniti per celebrare San Biagio. Giovedì la chiesa dedicata al Santo ha accolto le celebrazioni per San Biagio, protettore della gola e Vescovo di Sebaste in Armenia nel IV secolo.
Per tutto il giorno si sono susseguite le celebrazioni, alla presenza anche delle autorità cittadine, mentre all’esterno a fare da cornice alla festa si sono sistemate le tradizionali bancarelle di arance e dolciumi, insieme ad una bancarella di solidarietà pro-parrocchia.
Due i momenti principali della festa. Al mattino, la celebrazione presieduta dal Vescovo Pierantonio Pavanello, che ha tratteggiato la storia di San Biagio. Poi una riflessione legata al particolare momento che si sta vivendo. “La festa di San Biagio ci offre l’occasione di una riflessione sul rapporto tra fede e guarigione dalla malattia, una riflessione particolarmente importante e attuale nel contesto di pandemia che stiamo vivendo” ha detto. E ha aggiunto “Vi è chi ha la percezione errata di dover scegliere tra scienza e fede. A molti sembra che l’invito a fidarsi della scienza, ad esempio in relazione ai vaccini anti-Covid, sia incompatibile con la fede in Dio. Dobbiamo guardarci sia dallo scientismo, concepire la scienza come una conoscenza infallibile, sia dal fideismo, una fede che esclude la ragione. Per vivere abbiamo bisogno delle conoscenze imperfette e provvisorie della scienza e dell’inquietudine della fede”.
Nel pomeriggio, invece, la chiesa arcipretale di San Biagio ha accolto la celebrazione solenne presieduta da Mons. Silvano Mantovani, canonico della cattedrale di Verona e già arciprete del duomo di Legnago. La messa è stata animata dalle corali riunite di San Biagio e Santa Sofia. Durante la celebrazione, Mons. Mantovani ha ripercorso la storia del Santo, venerato in Occidente e in Oriente, ricordandone tra i vari aspetti il miracolo più famoso che da sempre lo identifica come protettore della gola, e il suo martirio avvenuto nel 316 per mezzo di pettini di ferro e infine decapitato.
Anche quest’anno, nel rispetto delle norme anti-Covid, ad ogni messa si è svolta un’unica preghiera di benedizione della gola e delle arance, frutto che si lega alla figura del Santo.
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