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Occhiobello

“La piastra doveva essere così”

Coizzi: “Il bando aveva precise indicazioni che andavano rispettate. Criticare è facile”

“La piastra doveva essere così”

I social sono strumenti importanti, ma a volte, e soprattutto relativamente ad argomenti sensibili, possono generare, nella migliore delle ipotesi, incomprensioni. Quando poi il contendere è l’operato di un’amministrazione comunale quasi inevitabilmente, proprio per la struttura dello strumento, si rischia di cadere nel pressapochismo, sia da parte di chi contesta, sia nell’affermazioni delle tesi a difesa. Allo scopo di dirimere l’ultima questione che ha coinvolto l’amministrazione comunale di Occhiobello, la nuova piastra sorta a fianco del palazzetto di via King, abbiamo cercato di capire direttamente dal sindaco, Sondra Coizzi, quali sono i termini della questione.

“Io credo che la critica sia uno stimolo per tutti gli amministratori, credo anche che sia impossibile accontentare tutti e che quando si realizzano opere sia possibile trovare qualcosa che non funziona. Credo però anche che se la critica è fine a sé stessa e ingiustificata non porti a niente di buono, nemmeno a livello di normale contraddittorio tra le parti. Affermare, ovviamente con un sarcasmo che supera abbondantemente il concetto di rispetto nei confronti della professionalità altrui e della buona educazione, che menti eccelse hanno realizzato la nuova area e che si aspetta che qualcuno si faccia male, credo non rientri nella buona pratica dell’esercizio di critica”. La piastra, questa è l’accusa, non sarebbe sicura per la presenza di ghiaia ai bordi della pista di pattinaggio.

Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dal Comune di Occhiobello perché ‘spazio inclusivo’. L’accesso non doveva avere impedimenti per le persone portatrici di disabilità e il fondo doveva avere caratteristiche precise. I professionisti che hanno realizzato i lavori hanno seguito il protocollo del bando, il progetto ha seguito le richieste presenti sul bando, tant’è che il progetto ha ottenuto il finanziamento. Non potevano essere presenti cordoli, il cordolo è una barriera architettonica e la presenza di un cordolo avrebbe impedito la realizzazione del progetto, non potevamo pavimentare con il cemento, l’area deve restare verde e il fondo di cemento sarebbe stato troppo pericoloso per le cadute”.

L’altro problema, sembra, sono i sassi all’interno della pista di pattinaggio: “I sassi non hanno i piedi, evidentemente qualcuno, volontariamente o inavvertitamente, li ha fatti arrivare fino all’interno dell’anello di pattinaggio. Ma io credo che sia l’atteggiamento di chi guarda il dito che indica la luna. Certo che accusarci di voler peggiorare il paese all’indomani della riqualificazione di una zona è, almeno, frutto di congetture fantasiose. Ieri l’altro, con un assessore, un consigliere comunale e qualche ragazzino che ci ha dato una mano, armati di scope abbiamo sistemato l’anello. Questo è l’atteggiamento giusto. Certo, tutto è perfettibile, ci mancherebbe. Non ci sentiamo espressione della perfezione ma è altrettanto vero che se si vuole il bene di una comunità ogni tanto sarebbe buona cosa remare nella stessa direzione e poi, se proprio questa amministrazione ha sbagliato tutto, la democrazia permette il cambiamento”.

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