VOCE
30 ANNI DI MANI PULITE
19.02.2022 - 17:14
L'ex onorevole Luca Bellotti
“E’ ora di chiedere scusa a Craxi. L’incapacità è peggio della corruzione”
Una data che ha segnato l’inizio della fine della Prima Repubblica. Il 17 febbraio 1992, con l’arresto a Milano di Mario Chiesa, presidente socialista del Pio Albergo Trivulzio, iniziava l’inchiesta passerà alla storia come Mani Pulite, che di fatto azzerò la Prima Repubblica, coinvolgendo leader politici, ministri e manager e una intera classe dirigente che venne cancellata a colpi di arresti e carcerazioni.
A ricordare, con estrema lucidità e precisione quegli anni, è Luca Bellotti, classe 1957, che, oltre all’incarico di presidente provinciale di Alleanza Nazionale a Rovigo e componente della direzione nazionale, venne eletto consigliere regionale del Veneto nel 1995, quando assunse l’incarico di segretario dell’ufficio di Presidenza.
Nel 1996 si è candidato alla Camera nel collegio di Rovigo e nel 1999 gli venne affidato l’incarico di assessore regionale con delega al personale ed agli affari legali.
“Sono stati anni assolutamente importanti anche per la mia decisione di impegnarmi in politica in prima persona - ricorda Bellotti parlando dell’inizio di Mani Pulite - la disgregazione dell’Urss con la caduta del muro di Berlino, l’uccisione di Falcone e Borsellino, Amato alla guida del governo in un momento di grande debolezza della lira e non ultimo l’inizio di Mani Pulite che sembrava cementificare l’erosione del consenso da parte dei cittadini verso i partiti, il tentativo di risposta a tutto questo, utilizzando la via giudiziaria, hanno segnato una irreversibile separazione tra il popolo e la classe politica. E’ stato in quel momento che ho deciso che presi la decisione di impegnarmi in prima persona perché ero fermamente convinto che ognuno di noi dovesse fare la propria parte. Si pensava che quello che la magistratura stava facendo, avrebbe pulito finalmente la politica”.
“Oggi mi vergogno pensando a quelle considerazioni fatte all’epoca - continua Bellotti - pensavamo che ci sarebbe stato un rinnovamento morale, di merito e di qualità che si è poi rilevata una pia illusione. Provo amarezza oggi pensando a quei giorni. Dopo 30 anni dobbiamo prendere atto che non ci si poteva salvare attraverso le vie giudiziarie ma solo attraverso la politica. Ricordo con tristezza il lancio delle monetine a Bettino Craxi all’Hotel Raphael, il suo discorso alla Camera il 3 luglio del 1992 sul finanziamento ai partiti. Credo sia arrivato il momento di chiedere scusa ai Craxi che ha pagato per tutti e ai tanti che sono stati incarcerati ingiustamente o semplicemente hanno perso la loro reputazione. Molti degli arrestati sono stati poi assolti e questo non possiamo dimenticarlo, così come non possiamo scordare i 40 suicidi, alcuni dei quali avvenuti proprio in carcere”.
“Se ricordiamo quegli anni, non possiamo pensare anche ad una certa deviazione della magistratura. Hanno distrutto i partiti ma non è stato creato nulla di buono. Di Pietro adesso fa l’agricoltore dopo essere salito per un periodo sul trattore rosso - spiega ancora l’ex parlamentare polesano - Davigo è stato rinviato a giudizio per la loggia Ungheria, Colombo oggi dice di non credere più alla carcerazione dopo che per anni l’ha usata come sistema per estorcere confessioni. Oggi credo di poter dire con fermezza che non è stato migliorato niente - conclude Bellotti lanciando una frecciatina al fenomeno dei 5 Stelle - sono convinto che la peggior corruzione sia l’incapacità”.
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