VOCE
TRECENTA
20.02.2022 - 11:05
Gilberto Bianchini
Gilberto Bianchini, capogruppo di minoranza in consiglio comunale a Trecenta, analizza la situazione in cui versa oggi il paese con un occhio rivolto al passato. “È vero - attacca Bianchini – che quando in un paese si affrontano i problemi con la sola attenzione nei confronti del presente, per tentare di invertire la tendenza negativa della demografia e dello sviluppo commerciale, artigianale e industriale, alla fine non rimane che sperare in un miracolo socio-economico o, in alternativa, cercare di mettere in campo sinergie e capacità amministrative”.
Secondo Bianchini la responsabilità di questa situazione ha un nome e un cognome: “L’involuzione che sta subendo Trecenta dal 1998 a oggi inizia da quando alla guida di questo paese si sono succedute amministrazioni civiche di centro destra”. E anche la considerazione del presente e la visione del futuro non sono possibili senza rivolgere lo sguardo verso un passato nemmeno troppo lontano: “Oggi, di fronte al problema di essere nella Zls a pieno titolo oppure senza i benefici fiscali previsti per chi si andrà ad insediare, il sindaco di Trecenta afferma che ‘per invertire la tendenza dobbiamo puntare su logistica ed infrastrutture, perché senza opportunità di lavoro i nostri paesini moriranno’. Ebbene vorrei ricordare che Trecenta, oggi, è collocata fra i paesini, mentre negli anni ’90 era un punto di riferimento dell’Alto Polesine, assieme a Castelmassa. Senza opportunità di lavoro e sviluppo sociale, tutti i Comuni vanno in difficoltà, e allora si pensa alla loro unificazione come se questa fosse la panacea che risolve tutti i mali. Ma questo è vero solo in parte. A Trecenta dopo l’amministrazione guidata da Massimo Ghisellini (1994-1998), chi si è avvicendato al governo del Comune fino ad oggi, con sindaco o vice sindaco Antonio Laruccia, non ha voluto o saputo affrontare una serie di progettualità che, se realizzate, avrebbero causato una caduta decisamente meno grave”.
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