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ROVIGO

Muore e lascia milioni ad associazioni e parrocchia

Il grande gesto di Vincenzo Cappellini, avvocato e imprenditore

Cappellini, lascito d’oro ai Concordi

“Ogni volta che veniva alle riunioni dell’Accademia dei Concordi, di cui era socio di lungo corso, mi diceva sempre: presidente, non si preoccupi per i conti. Vedrà, vedrà…”. Giovanni Boniolo, numero uno dell’ente culturale di piazza Vittorio, ricorda così l’avvocato Vincenzo Cappellini, morto nel settembre scorso a 87 anni.

Certo non immaginava che, un giorno, aprendo il suo testamento, sarebbe saltato fuori un lascito importantissimo - a quanto pare milionario, ma Boniolo (per ora) invoca la privacy e assicura che “saprete tutto a tempo debito” - proprio a favore dei Concordi. “Lui già aveva pianificato tutto…”, considera ora il presidente, soppesando quelle parole dell’avvocato.

Nel suo testamento, Cappellini ha disposto sostanziose donazioni all’Accademia dei Concordi, all’associazione Minelliana e ad altri enti culturali della città, oltre che ad un paio di parrocchie, tra cui quella di Sarzano-Mardimago. Le sue ultime volontà sono raccolte in un documento estremamente dettagliato, lungo una sessantina di pagine, che - al momento - è nelle mani del notaio e dell’esecutore, e allo studio di diversi avvocati.

I suoi beni, immobili, terreni, partecipazioni a società, sono stimati per un valore complessivo che va sicuramente oltre i 10 milioni di euro. Nel testamento, questi beni sono stati divisi in lotti: un modo, tra l’altro, per renderne più agevole la gestione da parte di chi li riceverà, e soprattutto per favorire la cessione di quelli destinati agli enti culturali o filantropici, che - con tutta probabilità - hanno più interesse a monetizzare che non ad “accollarsi” la gestione di palazzi, terreni o imprese.

Tra questi, anche l’Accademia dei Concordi, che sarebbe il principale beneficiario del testamento di Cappellini, almeno sul fronte delle attività culturali. Alla Concordiana, l’avvocato avrebbe riservato qualcosa come il 30% di quanto destinato al mecenatismo. Una percentuale di cui Boniolo non vuole nemmeno sentir parlare: “Non diamo cifre, non è il caso: per questioni di privacy - ribadisce - ma soprattutto perché al momento nessuno sa esattamente a quanto ammonta l’eredità dell’avvocato e com’è divisa tra i diversi beneficiari. I documenti che abbiamo hanno molti ‘omissis’. C’è un pool di avvocati al lavoro, per fortuna l’Accademia può contare su buoni legali: lasciamoli operare e a tempo debito saprete tutto”. Ci vorranno, all’incirca, sei mesi. “Ma vedrete - aggiunge Boniolo - che a beneficiarne sarà l’intera città”.

Intanto, sia l’Accademia - attraverso il proprio consiglio direttivo - che la Minelliana hanno votato l’accettazione (a scatola chiusa) del lascito dell’avvocato. “Una decisione sub judice - ci va ancora una volta cauto Boniolo - perché capisce bene che se ci fossero fortissime negatività non potremmo farcene carico e saremmo costretti a rifiutare”. Ma è un’ipotesi di scuola, la cui probabilità è pari a quella che il cielo ci cada sulla testa.

Quello che Boniolo rimarca, invece, è che “l’avvocato Cappellini era una grande persona. Questo suo gesto favorirà Rovigo, e molte realtà che vi operano”. In particolare, per l’Accademia quel lascito sarà una (grossa) boccata d’ossigeno a fronte di un bilancio “il cui pareggio - ammette lo stesso presidente - è sempre un problema. E per fortuna che in città molti sono sensibili alla nostra causa e ci aiutano, a partire da quella splendida realtà che sono gli Amici dell’Accademia. Per quanto riguarda Cappellini, non posso che ringraziarlo. Stiamo dialogando con la sua famiglia, e direi che il clima è di estrema collaborazione”.

L’avvocato, morto a 87 anni, oltre ad esercitare la professione forense come il fratello Antonio ha portato avanti le attività imprenditoriali di famiglia nel campo dell’agricoltura e dei materiali edili. In parallelo, ha seguito la propria vocazione di impegno pubblico: anima di centrodestra, non ha mai aderito attivamente a nessun partito ma è stato il vero “papà” del Censer. Chiamato, in veste di tecnico, a guidare il nascente ente fieristico rodigino nel 1992 è stato il protagonista della fase relativa all’acquisto dei terreni e della gestione del finanziamento europeo da 20 miliardi di lire, per la nascita del Censer così come lo conosciamo.

Cappellini, inoltre, è sempre stato vicino a Confagricoltura, devolvendo in anni recenti anche un importante contributo all’associazione per il recupero della sede storica di palazzo Manfredini, in piazza Duomo.

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